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Decreto lavoro ultimi ritocchi

La bozza del decreto Lavoro 2023 circola in questi giorni, evidenziando quali saranno i prossimi aggiornamenti su più fronti.

Decreto lavoro ultimi ritocchi

Le ultime rilevazioni Istat in merito alle nuove assunzioni e al livello di disoccupazione in Italia sono abbastanza positive, il mercato del lavoro mostra segni di ripresa e, proprio al fine di sollecitare ulteriormente il rinnovato dinamismo dopo il periodo buio della pandemia e delle restrizioni che ne sono conseguite, ecco all’orizzonte un nuovo decreto Lavoro.

Il provvedimento sarà molto interessante sotto vari punti di vista, basti pensare al varo della cd.

Gil – Garanzia per l’inclusione, che prenderà il posto del reddito di cittadinanza e ai bonus assunzione per chi sceglierà di far sottoscrivere nuovi contratti ai giovani che stanno cercando lavoro in questo periodo.

Il nuovo decreto è ancora nel suo iter di stesura ma già dalla bozza emergono alcuni punti chiave dell’azione del Governo sul fronte del lavoro e della lotta alla disoccupazione. Facciamo allora il punto sulla base della bozza del testo che tra poco sarà presentata in Consiglio dei Ministri. I dettagli.

Nuove causali contratti di lavoro a tempo determinato: cosa cambia?

Il decreto Lavoro su cui le istituzioni stanno lavorando, include significative novità anche per quanto attiene ai contratti di lavoro a tempo determinato. Infatti il testo individua le nuove causali che permettono di ricorrere al lavoro a termine, che prendono il posto di quelle attuali e al momento in vigore.

Ebbene, grazie alla bozza del testo possiamo scoprire che le nuove causali sono quelle che seguono:

  • particolari esigenze previste dai Ccnl, sottoscritti dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, oppure dalle rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria;
  • particolari esigenze di ambito tecnico, organizzativo e produttivo rintracciate dalle parti in mancanza della previsione della contrattazione collettiva, previa certificazione delle stesse presso una delle apposite commissioni;
  • necessità di sostituzione di altri dipendenti.

Bonus assunzione 2023 per i NEET: come funziona?

Come è noto, il problema dell’occupazione giovanile continua ad essere di primaria importanza e, proprio per questo, nella bozza circolante del testo del decreto Lavoro possiamo trovare anche la previsione di un bonus assunzione per giovani NEET.

L’agevolazione in oggetto verrebbe assegnata su richiesta ad hoc, a favore di aziende e datori di lavoro privati che assumono giovani nel periodo compreso tra il primo giugno e il 31 dicembre 2023. I giovani interessati debbono essere under 30 e non lavorare e non essere inseriti in percorsi di studio o formazione (i cd. ‘NEET’), ma debbono invece essere registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani.

In particolare l’agevolazione è operativa per massimo 12 mesi per il 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. L’incentivo è versato al datore di lavoro con conguaglio nelle denunce contributive mensili.

Incentivi per l’occupazione previsti per i beneficiari della Garanzia per l’inclusione – Gal

In base a quanto previsto nella bozza del decreto Lavoro 2023, inoltre, ai datori di lavoro privati che assumono i titolari della Garanzia per l’inclusione:

  • con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche con contratto di apprendistato, viene assegnato un incentivo per un lasso di tempo pari al massimo a 24 mesi, in misura totale entro il tetto massimo corrispondente a 8mila euro;
  • con contratto di lavoro dipendente atempo determinato o stagionale, a tempo pieno o parziale, spetta invece un esonero dal pagamento dei contributi INPS nella percentuale del 50% entro la soglia massima uguale a 4mila euro, per un lasso di tempo pari alla durata del contratto e comunque non oltre 12 mesi.

Lavoratori domestici: novità

Altri aggiornamenti arrivano in riferimento ai lavoratori domestici, ovvero colf e badanti. Nella bozza del decreto Lavoro abbiamo infatti la previsione per cui detti soggetti potranno domandare di essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all’art. 41 del Testo Unico per la sicurezza sul lavoro.

La domanda sarà presso le strutture territoriali INAIL, che se ne occuperanno con proprie risorse senza alcun onere economico per i datori. Non solo: questi ultimi infatti potranno avvalersi della deducibilità fiscale fino a 3.000 euro dei contributi pagati per gli addetti ai servizi domestici.

Gil, Gal e Pal al posto del reddito di cittadinanza: cosa disporrà il nuovo decreto Lavoro?

Come già recentemente anticipato su queste pagine, Gil, Gal, e Pal saranno i nuovi strumenti di sostegno al reddito verso chi non ha un lavoro, al posto del RdC che – com’è noto – è destinato ad essere definitivamente archiviato nei prossimi mesi. Anzi proprio gli appena citati tre strumenti sono il punto clou del nuovo decreto Lavoro 2023 e, al momento, sappiamo in proposito che:

  • la Gil, Garanzia per l’inclusione, dal primo gennaio del prossimo anno sarà assegnata ai nuclei familiari che presentano almeno un membro minorenne, disabile o con più di 60 anni;
  • detta prestazione avrà requisiti di accesso diversi da quelli del reddito di cittadinanza e, soprattutto, a cambiare sarà la soglia ISEE, che sarà inferiore e pari a 7.200 euro annui. Sarà riparametrato anche il valore mensile del contributo;
  • le persone considerate occupabili saranno tenute a svolgere un percorso di accompagnamento al lavoro.

Secondo le indiscrezioni emerse in merito ai lavori del nuovo decreto Lavoro, alla Gil si sommeranno anche due distinti strumenti, con importi inferiori e pari a circa 350 euro. Ci riferiamo alla Pal – Prestazione di accompagnamento al lavoro, che consiste in uno strumento transitorio per chi ha firmato un Patto per il Lavoro, e alla Garanzia per l’attivazione lavorativa – Gal, per chi non ha i requisiti di accesso alla Gil e si trova in condizione di povertà e particolare difficoltà economica. Ovviamente però, per avere conferma definitiva sulla ‘fisionomia’ di queste tre nuove prestazioni, dovremo attendere il testo ufficiale del decreto Lavoro 2023.

Concludendo, come si può leggere nella bozza del testo in circolazione, sono dunque differenti le novità in arrivo e, tra esse, accenniamo anche alla proroga fino al 2025 per il contratto di espansione, attualmente in vigore fino alla fine di quest’anno, e alle novità nella quantificazione delle sanzioni amministrative – in ipotesi di omesso versamento delle ritenute previdenziali. Infatti le sanzioni non saranno più commisurate da 10.000 a 50.000 euro, ma oscilleranno da una volta e mezza a quattro volte l’ammontare dovuto e non versato.

Inoltre si prevede la semplificazione degli obblighi informativi in merito al rapporto di lavoro, come anche il rafforzamento dell’attività di vigilanza in campo di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. All’orizzonte altresì l’incremento del Fondo nuove competenze nel periodo di programmazione 2021-2027 e l’istituzione di un Fondo ad hoc, a tutela dei familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative.

Ancora, nel decreto compare anche l’indicazione della maggiorazione dell’assegno unico in ipotesi di un unico genitore lavoratore alla data di presentazione della domanda, laddove l’altro risulti deceduto.

Il testo del decreto Lavoro sarà approvato in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri.

 

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