Per gli statali solo dopo sette anni il trattamento di fine rapporto
Dipendenti pubblici sul piede di guerra per rivendicare un diritto negato.
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Incontro-dibattito a Roma lunedì 17 febbraio 2025 ore 14.00 Palazzo Wedekind, Piazza Colonna
– È un vero e proprio sequestro quello delle liquidazioni ai danni dei dipendenti pubblici. La denuncia arriva dalle Confederazioni del pubblico impiego Cgil, Uil, Cgs, Cse, Cosmed, Cida, Codirp che invitano la stampa all’incontro che si svolgerà a Roma lunedì 17 febbraio alle ore 14.00 al Palazzo Wedekind a Piazza Colonna per illustrare proposte e iniziative per cancellare questa discriminazione.
Come noto, infatti, da oltre 15 anni i dipendenti pubblici ricevono il trattamento di fine rapporto in forma differita e rateizzata con attese fino a 7 anni: si tratta di una mancata corresponsione di un emolumento salariale differito nonché di un sequestro di un bene personale, con perdite economiche di rilievo per i dipendenti pubblici che saranno illustrate nel corso dell’incontro.
Una discriminazione inaccettabile rispetto ai dipendenti privati. Già in due occasioni la Corte Costituzionale ha sollecitato il Parlamento a modificare la norma perlomeno nei riguardi di coloro che hanno raggiunto il limite massimo di anzianità anagrafica. I richiami della Corte risultano inascoltati.
Numerosi disegni di legge, in questi anni, sono stati al riguardo presentati da tutte le forze politiche senza riscontro dai governi di turno. Infine, la recente legge di bilancio per il 2025 ha ulteriormente differito in molti casi l’erogazione del trattamento di fine rapporto in conseguenza dello spostamento del limite ordinamentale a 67 anni, che rischia inoltre di aumentare le penalizzazioni per alcune categorie di dipendenti pubblici i cui rendimenti pensionistici erano già stati ridotti nella scorsa legge di bilancio. Sarebbe perlomeno auspicabile l’esclusione di ulteriori penalizzazioni.
Riteniamo che sia ingiustificabile e inaccettabile il silenzio di Governo e Istituzioni su questa grave violazione di diritti fondamentali.
Ufficio Comunicazione Cosmed
Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Mondoprofessionisti.
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