Professionisti. A rischio il 20% degli iscritti a Ordini e casse di previdenza
Oliveti: Pare evidente ormai che ci sia una nuova esigenza di fare previdenza
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Il 20% degli iscritti agli ordini e alle Casse rischiano di essere definitivamente espulsi dal mercato del lavoro. È questo il grido d’allarme che emerge in modo compatto dal mondo delle professioni: dall’Associazione degli enti di previdenza ai presidenti degli ordini professionali. «Pare evidente ormai che ci sia una nuova esigenza di fare previdenza – afferma il presidente dell’Adepp Albero Oliveti -. Una previdenza che non sia soltanto quella ordinaria e post-lavorativa, quella cioè che si concretizza nella pensione o nell’assistenza a chi lavorando ha un bisogno. Bisogna iniziare a ragionare sul concetto di supporto al lavoro. Un welfare che divenga assistenza strategica e che possa essere sia un sostegno all’attività professionale e al suo reddito, ma anche uno strumento che permetta a ognuno di sviluppare al massimo la propria potenzialità lavorativa. Allo stesso tempo oggi ci dobbiamo impegnare in un welfare che qualcuno ha chiamato “catastrofale” con evidente riferimento all’emergenza Covid-19, con interventi che qualche volta possono configurarsi proprio come forme di sostegno passivo o di ammortizzazione sociale, senza avere però una fiscalità di scopo. A questo proposito è bene ricordare che veniamo tassati nei rendimenti dei nostri investimenti patrimoniali come se fossimo un’attività di impresa di tipo lucrativo, cosa che in Europa non avviene. Siamo chiamati costantemente a sostenere il Paese in cui lavoriamo ed è evidente che siamo sensibili a questo tema, ma noi riteniamo che il nostro compito sia quello di sostenere i professionisti e le loro attività, non saltare il fosso andando a fare investimenti sul Sistema Paese, cosa che non spetterebbe a noi bensì alla fiscalità generale»
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