Anno: XXVI - Numero 100    
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I silenti di Enasarco Sono circa 700mila.

Persone, donne e uomini, se abitassero nella stessa città sarebbe la quinta più popolosa d’Italia..

I silenti di Enasarco Sono circa 700mila.

« Sono, letteralmente, un pezzo di Paese distribuito da Nord a Sud, che la politica per troppo tempo ha ignorato. Sono i “silenti Enasarco”, ex lavoratrici ed ex lavoratori che per anni hanno obbligatoriamente versato contributi all’Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio (Enasarco), ma che oggi si ritrovano senza una pensione integrativa”. Con una nota Federcontribuenti aderente a Conf. Pmi Italia evidenzia l’annosa situazione che ”stanno vivendo queste

persone, totalmente private dei loro diritti”. ”Quanto da loro obbligatoriamente versato è infatti lì – scrive il Presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella – perché la contribuzione è obbligatoria, non c’è possibilità di sottrarvisi, nella Fondazione, ma appunto “silente”: denaro non riscattabile e non cumulabile con l’Inps, né generativo di alcuna forma di rendita o di pensione. Immobile,

inutilizzabile fino alla prescrizione, quindi la totale perdita di ogni diritto su di esso”.

Il motivo è che, sottolinea Federcontribuenti che ha ricevuto il supporto di Tommaso Cerciello Presidente di Conf.Pmi Italia “per tantissimo tempo la Fondazione Enasarco ha adottato requisiti molto stringenti per l’accesso alla pensione, il più rigoroso dei quali è stato senza dubbio quello di un’anzianità

contributiva minima di vent’anni, che non sono affatto pochi. Tradotto: se per 19 anni hai lavorato come agente di commercio versando all’Ente decine di migliaia di euro, e per un qualunque motivo non riesci più a lavorare e quindi continuare a contribuire fino ai 20, non ti spetta niente. Diventi “silente”, senza alcuna possibilità di appello”. Con la beffa, si legge nella nota congiunta ”sopraggiunta solo recentemente, di vedersi due volte esclusi poiché giusto lo scorso anno Enasarco ha di fatto ridotto l’anzianità minima contributiva a cinque anni, non erogando qui una pensione ma una forma simile, una rendita chiamata contributiva, ma nel far questo ha tagliato fuori tutti coloro iscritti all’ente prima del 2012, ossia la stragrande maggioranza”. Sia finalmente fatta chiarezza sul  ruolo, le pertinenze e i poteri del gestore della previdenza Enasarco” in particolare – rileva infine Paccagnella – che sia definita l’adesione delle decisioni di Enasarco alla legislazione vigente in materia previdenziale che non può essere disattesa». (Fonte: www.bluerating.com ).

Per Antonio Passaro, responsabile del Dipartimento Enasarco di Federcontribuenti, i silenti hanno versato 9,2 miliardi, che non sono proprio bruscolini.

Del problema dei silenti si è occupata, nella precedente legislatura, anche la Commissione Bicamerale di Controllo sugli Enti previdenziali che ha predisposto una relazione il cui tema centrale è il seguente:

«La gestione dei c.d. analisi della complessiva operatività della Fondazione evidenzia poi la necessità di trovare soluzioni – oggetto di continue denunce e esposti da parte degli iscritti alla stessa  Fondazione e alla Commissione – alla gestione dei c.d., ossia degli iscritti che non avendo maturato i requisiti di anzianità contributiva richiesti per l’accesso alle pensioni di vecchiaia (almeno 20 anni di anzianità contributiva) restano – in caso di assenza dei requisiti di anzianità contributiva previsti anche dall’INPS – sprovvisti di alcuna pensione di vecchiaia. In sintesi, i contributi versati ad Enasarco non possono essere ricongiunti con i contributi Inps.

Ciò si rende ancor più necessario in ragione della sentenza della Corte di cassazione n. 8887 del 4 maggio 2016 (che richiama anche la sentenza della Corte di cassazione n. 20425 del 2010 che ha riconosciuto la facoltà di trasferire i contributi per la pensione di ex dipendente nelle gestioni speciali autonome, in ottemperanza alla L. n. 29 del 1979), che, tra l’altro, ha disposto: Il trattamento pensionistico degli agenti di commercio, gravante sul fondo di previdenza gestito dal Fondo Enasarco, introdotto originariamente dal D.M. 10 settembre 1962 con caratteri di esclusività ed autonomia, pur essendo, successivamente (in forza della L. 22 luglio 1966, n. 613, art. 29 del D.P.R. 30 aprile 1968, n. 758, e della L. 2 febbraio 1973, n. 12), divenuto integrativo nei confronti della pensione Inps, non ha perciò acquistato natura di previdenza e assistenza sociale, trattandosi, nei due casi (Inps e Fondazione Enasarco), di eventi diversi coperti da separate forme di assicurazione, e consistendo la peculiarità del suddetto trattamento integrativo nell’essere lo stesso erogato sulla base di conti individuali, alimentati esclusivamente dal versamento, da parte dei preponenti, di talune percentuali sulle provvigioni da essi liquidate agli agenti nonché da un pari contributo a carico di questi ultimi (cfr. in questo senso Cass. n. 1327/2013, n. 8467/2007, n. 8201/1995). La Fondazione, quindi, non si sostituisce al regime generale ma si limita a gestire una forma integrativa di tutela, con conseguente persistente obbligatorietà di iscrizione presso l’Inps. Ne consegue la coincidenza dei periodi assicurativi presso I’Inps, e presso

la Fondazione Enasarco, con l’inapplicabilità del regime di cumulo dettato dal D.Lgs. n. 42 del 2006».

L’8 ottobre 2024 la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno, a prima firma Marco Furfaro, deputato del PD, che impegna il Governo a sollecitare un confronto con la Fondazione Enasarco al fine di trovare una soluzione in merito ai lavoratori silenti.

Io stesso ho dato un piccolo contributo sollecitando il Capo di Gabinetto della Presidente del Consiglio a mettere all’ordine del giorno del Governo la questione perché possa essere finalmente risolta.

Ricordo che i contributi silenti possono essere recuperati per conseguire la pensione con la ricongiunzione onerosa, la totalizzazione gratuita e il cumulo dei contributi versati, con la conseguenza che tutti gli ostacoli oggi esistenti alla applicazione di questi istituti, vanno eliminati.

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