Referendum giustizia, confronto a Cefalù tra il no e il sì
"Il vero obiettivo della riforma Nordio non è la separazione delle carriere dei magistrati, ma lo stravolgimento degli assetti costituzionali".
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Lo ha detto il Pm della Procura di Termini Imerese (Palermo) Umberto Poiatti nel corso di un incontro dal titolo “La riforma del Titolo IV della Costituzione: luci, ombre e prospettive”, organizzato al Museo Mandralisca di Cefalù (Palermo), congiuntamente dal Coa di Termini Imerese, presieduto dall’avvocato Giuseppe Muffoletto, e dall’Anm, sottosezione di Termini Imerese, presieduta dal Pm Umberto Poiatti. Hanno partecipato, oltre al magistrato, anche Rachele Monfredi (giudice Tribunale Palermo e componente della Cdc dell’Anm nazionale), Vincenzo Lo Re (avvocato penalista del Foro di Palermo), Vincenzo Pillitteri (Presidente Camera penale Termini Imerese), Elisa Demma (Presidente nazionale movimento forense) e Carlo Morace (Ufficio coordinamento Organismo congressuale forense”.
I due magistrati e l’avvocato Lo Re hanno evidenziato i motivi del no al referendum di marzo, mentre gli altri tre legali hanno ribadito il sì al referendum. Secondo Morace, “oggi non abbiamo la terzietà del giudice” mentre con la riforma i gip “non saranno influenzati dal pm”. E ha spiegato che “All’Anm le cariche più importanti le hanno proprio i Pm”. “Con la riforma verrà finalmente meno la degenerazione correntizia”, ha aggiunto.
Per Rachele Monfredi, giudice civile di Palermo, “la riforma ha come obiettivo vero il giudice”. “Vogliono intimorire i giudici”, spiega. “L’errore di fondo è considerare il pm una parte, mentre si tratta di una parte imparziale”. L’avvocata Elisa Demma ha sottolineato: “Noi ci siamo schierati contro la separazione delle carriere da prima della approvazione della riforma Nordio”. “Oggi c’è la necessità della separazione delle carriere”. Per il pm Puiatti, al suo primo incarico presso la Procura di Termini Imerese, “è paradossale consentire a dei magistrati di togliere la possibilità di eleggere i propri rappresentanti nel loro organo di autogoverno”. Per Vincenzo Pillitteri, Presidente della Camera penale di Termini Imerese “stiamo perdendo una occasione per distinguere una separazione funzionale delle carriere da una separazione ordinamentale”.
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