Anno: XXVI - Numero 131    
Lunedì 7 Luglio 2025 ore 13:45
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Richiesta di integrazione dell’ordine del giorno del Congresso Forense

Nei mesi scorsi è circolata una prima bozza di riforma della legge professionale forense, prodotta all’interno di tavoli ristretti, senza un vero coinvolgimento della base dell’avvocatura.

Richiesta di integrazione dell’ordine del giorno del Congresso Forense

Un metodo verticistico e silenzioso, che ha escluso proprio quei soggetti che dovrebbero essere protagonisti di qualunque ipotesi di riforma: le avvocate e gli avvocati italiani.

Che la bozza presentata piaccia o non piaccia, non si può ignorare la necessità di aprire sulla riforma della legge professionale un confronto pubblico, autentico, trasparente.

E la sede naturale per avviarlo non può che essere il Congresso Nazionale Forense, luogo deputato per statuto a rappresentare la volontà politica dell’intera categoria.

È per questo che rivolgiamo un appello a tutte le delegate e i delegati eletti al XXXVI Congresso di Torino: firmate la richiesta di integrazione dell’ordine del giorno che trovate allegata in pdf a questo post, affinché si possa discutere, in modo aperto e partecipato, della legge che regolerà per i decenni a venire la nostra vita professionale.

 Perché la richiesta venga formalmente ammessa, è necessario raccogliere almeno 170 firme digitali di delegate e delegati.

Istruzioni operative

Scarica il modulo allegato al post (quin in formato jpg, facilmente trasformabile in PDF; per chi non voglia effettuare tale passaggio, basterà richiedere il file pdf che verrà inviato in privato, o che è facilmente reperibile nei gruppi facebook MGA o Politica Forense)

Firmalo digitalmente con firma elettronica qualificata (firma CAdES o PAdES)

Invialo due volte (sono due invii distinti):

Una prima volta via PEC all’indirizzo:

congresso.comitato.organizzatore@pec.cnf.it

Una seconda volta via mail ordinaria all’indirizzo:

coordinamentocongresso@gmail.com, ove un comitato plurale provvederà a collazionare tutte le richieste.

 Entrambi gli invii devono essere effettuati a cura di ciascun delegato o delegata firmataria.

Questo è un passaggio fondamentale per dare al Congresso il ruolo che gli spetta: quello di sede pubblica e democratica del confronto sull’identità, il futuro e la rappresentanza politica dell’avvocatura.

Valentina Restaino

 

© Riproduzione riservata

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