CONVOCATO IL TAVOLO DELLA RIFORMA PENALE
L’iniziativa è stata accolta con favore da parte del Cnf che ne aveva più volte sollecitato la riunione
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Il testo del Ddl delega approvato la scorsa settimana in Cdm, del resto, non sembra aver convinto gli avvocati che, soprattutto attraverso le sigle dell’Ocf e dell’Ucpi, hanno manifestato diverse perplessità. E mentre il Consiglio Nazionale Forense ha confermato il proprio impegno per giungere a soluzioni il più possibile condivise tra gli addetti ai lavori e tra loro e la politica, pur nella consapevolezza che “a volte, le esigenze della politica non si sposano perfettamente con quelle dei giuristi addetti ai lavori”, l’Organismo congressuale forense e l’Unione delle Camere penali sono apparsi molto duri sul Ddl di riforma. “Positiva – rilevato il Presidente del Cnf, Andrea Mascherin — l’iniziativa del ministro Bonafede di convocare il tavolo sulla riforma del processo penale. Bisogna continuare a lavorare con impegno e tecnicità per giungere a soluzioni il più possibile condivise tra gli addetti ai lavori e tra loro e la politica. Certamente, a volte, le esigenze della politica non si sposano perfettamente con quelle dei giuristi addetti ai lavori. Il Cnf, consapevole di ciò, continuerà nell’impegno di giungere a un risultato ottimale, con il linguaggio del diritto e nel rispetto di ogni sforzo di mediazione sin qui compiuto”. Tra le maggiori criticità del testo, viene segnalato l’intervento sulle notifiche all’imputato, “che – spiega il coordinatore dell’Ocf, Giovanni Malinconico – responsabilizzano l’Avvocatura senza distinzione tra nomine fiduciarie e nomine d’ufficio, con la necessità di un ulteriore specifico mandato per poter proporre appello dopo la condanna in primo grado”. Altro nodo che suscita perplessità è relativo all’impossibilità, per il giudice, di applicare l’Istituto dell’affidamento in prova al Servizio Sociale, misura che invece era stata proposta dall’Organismo e che – viene sottolineato – “aveva trovato unanime consenso nell’Anm e nell’Unione Camere Penali”, posto che avrebbe diminuito sensibilmente i procedimenti davanti al Tribunale di Sorveglianza, eliminando le impugnazioni delle sentenze di patteggiamento o di concordato”. Durissimo il presidente delle Camere penali, Gian Domenico Caiazzo che definisce il ddl “un grave arretramento sul piano della cultura giuridica”. Secondo i penalisti, il disegno di legge rinnegherebbe tutta la precedente attività di interlocuzione presso il ministero e che aveva condotto le rappresentanze degli operatori del settore “a proporre sintesi di segno opposto rispetto a questa delega”. Si tratterebbe – si legge nella denuncia dell’Ucpi – di “un grave arretramento sul piano della cultura giuridica”, che non garantirebbe affatto dei tempi celeri quanto piuttosto una contrazione delle garanzie difensive, una limitazione dell’appello, un efficientismo giustizialista al posto delle regole del contraddittorio”.
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