Quorum lontano. A sinistra il problema è di M5s, si possono recuperare elettori di FI .
Il presidente di Youtrend, Giovanni Diamanti, commenta il sondaggio condotto per HuffPost sui referendum sul lavoro e la cittadinanza: "Solo il 32% andrà a votare? Uno zoccolo duro esiste, ma è ancora poco. Bisogna lavorare sul non voto e su Forza Italia"

“Uno zoccolo duro c’è, deve innescarsi il momentum. Un 5 Stelle su due resterà a casa? La cittadinanza divide il loro elettorato, mentre in Forza Italia ci sono molti favorevoli, che però sono orientati al non voto e andrebbero recuperati”. Presidente di Youtrend e docente di marketing politico all’Università di Padova, Giovanni Diamanti riflette sui dati che Youtrend ha fornito ad HuffPost sul referendum dell’8 e 9 giugno. Solo il 32% andrà a votare, un dato scoraggiante anche se mancano due settimane: “Il quorum è molto lontano ma nulla è impossibile e tocca inventarsi qualcosa”.
Diamanti, il sondaggio che avete condotto per HuffPost rileva che solo un elettore su tre andrà a votare: poco. Che cosa raccontano i dati che avete rilevato?
A distanza di due settimane dall’8 e 9 giugno, il 32% dell’elettorato propenso al voto dice che il quorum è ancora molto lontano. Però, lo sapevano tutti: lo ricorda la storia referendaria recente.
Rinfreschiamoci la memoria.
Se togliamo quello del 2011, cioè il quesito sull’acqua pubblica e sul nucleare, tra l’altro arrivato dopo la tragedia di Fukushima, è dal 1995 che un referendum non passa il quorum.
C’è ancora speranza per i comitati promotori?
Se si innesca il cosiddetto momentum, in cui girano in positivo alcuni fattori e l’opinione pubblica si mobilita nella direzione giusta, dal 32% si può crescere. Il 50% è lontano, ma la base di partenza a due settimane dal voto è comunque migliore rispetto ai referendum degli ultimi anni.
Pensa a quello sulla giustizia, promosso soprattutto dalla Lega?
Sì. Quello ha segnato il record storico negativo: nel 2022 il quorum è stato del 20%. Prima, con il quesito sulle trivelle, ci siamo fermati al 31%. Per questo dico che, a due settimane dal voto, la base di partenza è già più alta.
Dei dati che ci avete fornito colpisce molto quello del Movimento 5 Stelle: solo uno su due andrà a votare. Sbagliamo a stupirci?
Pur essendosi spostato in quest’area, l’elettorato dei 5 Stelle non è catalogabile semplicemente come di centrosinistra. Ieri abbiamo presentato dei dati alla Stampa Estera, mirati solo sul quesito della cittadinanza, che mostrano come il partito di Giuseppe Conte sia molto diviso su questo punto. I 5S hanno un comportamento elettorale diverso dal campo largo.
Dove infatti il Pd primeggia. L’82% andrà a votare, potenzialmente forse di più. Il referendum sul Jobs Act non divide in due il partito?
Il dato è molto buono. Dimostra come il Pd sia il partito timone dell’area progressista. I dem sono abituati a mobilitarsi e l’hanno fatto anche in questa occasione.
E Alleanza verdi e sinistra? Perché si fermano solo al 77%, poco sopra i due terzi?
Parliamo comunque di un dato importante. Ma è vero, c’è ancora da recuperare.
L’appello della destra ad “andare al mare” ha un effetto anche sul resto dell’elettorato? Ha fatto molto discutere l’invito al non voto di Ignazio La Russa, il presidente del Senato.
In realtà, La Russa ha fornito un assist clamoroso ai comitati. I mezzi di informazione hanno parlato poco dei quesiti e il silenzio è una strategia che può non piacere ma che è legittima. In questa spirale di mutismo, una figura polarizzante come La Russa che fa un intervento così divisivo offre centralità mediatica a un tema che fin lì era laterale.
Cosa può cambiare da qui all’8 e 9 giugno?
Se si vuole provare al salto, bisogna recuperare tra il non voto e in Forza Italia, dove c’è un elettorato potenziale favorevole almeno sul quesito sulla cittadinanza ma che in generale è orientato all’astensione.
Di che dati parliamo?
Sleghiamo la cittadinanza dai quesiti sul lavoro. Quando chiediamo se è giusto che un cittadino con background migratorio, con 5 anni di lavoro, tasse pagate e fedina penale pulita, diventi italiano e gli elettori di Forza Italia sono, anche se di poco, a maggioranza favorevoli.
Qual è il giudizio sulla battaglia referendaria? Se n’è parlato abbastanza? Gli slogan erano quelli giusti?
Di questo referendum si è parlato poco sui media, che rimangono la prima fonte di informazione del Paese. I comitati hanno fatto il loro lavoro. Bisogna anche considerare l’effetto tenaglia: i target dei due referendum coinvolgono due fasce diverse: il lavoro per i più anziani, la cittadinanza per i giovani. Nelle ultime settimane tocca inventarsi qualcosa.
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