Anno: XXVI - Numero 86    
Venerdì 2 Maggio 2025 ore 13:55
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Una donna ai vertici di cassa forense

La nomina di una donna, per la prima volta, ai vertici di Cassa Forense è un passaggio importante verso la parità di genere nell’avvocatura.

Una donna ai vertici di cassa forense

La presenza di una donna in una posizione di vertice certamente motiverà le avvocate a proseguire nella professione, nonostante le innumerevoli difficoltà che trovano sul loro cammino, per la necessità di coniugare le esigenze della famiglia con quelle dello studio.

Io mi auguro che la presenza di una donna di Salerno ai vertici possa portare nuove prospettive e approcci nella gestione di Cassa Forense, contribuendo a migliorare i servizi e l’efficienza della Fondazione sotto il profilo della trasparenza.

Leggendo qua e là sul programma della nuova Presidente mi pare che abbia una preponderante inclinazione al welfare, il che va sicuramente bene a condizione che non sia trascurata la mission principale di Cassa Forense, che è quella previdenziale.

Salerno ha già avuto un grande Presidente, nella persona del compianto avv. Riccardo Scocozza, al cui ricordo io sono molto legato per i forti rapporti personali che ha saputo creare, dandomi ogni giorno della sua breve presidenza, alla quale io sono poi subentrato, insegnamenti di onestà e di assoluta trasparenza.

Dico questo perché io da molte lune ho fatto richiesta a Cassa Forense per avere i dati degli advisory board del 2023 e del 2024 e dell’organigramma delle SICAV e SICAF, costituite per la gestione di 4 miliardi di euro, ma, a tutt’oggi, non ho avuto risposta.

Io ho sempre inviato i miei scritti alla Collega Marisa Annunziata e il 30 aprile 2021, alle ore 17:20, ebbi a scriverle che “Se poi non ti interessano me lo dici ed evito di disturbarti”. La Collega mi rispose subito “Grazie” ed io ho subito provveduto a toglierla dalla mia mail list.

Ora i miei scritti, che hanno completato 14 quaderni, è vero che sono all’indice per i Delegati di Cassa Forense, ma so che di nascosto vengono sempre ricercati perché, evidentemente, qualche buona idea può essere ritrovata.

Il MEFOP, in questi giorni, ha pubblicato il Midter Report n. 16 “Le scelte sulla sostenibilità dei fondi pensione e delle Casse di previdenza – i risultanti del secondo osservatorio Mefop”.

Alla pag. 24, è dato leggere testualmente che “relativamente alle Casse di previdenza dei liberi professionisti, quindi, i risultati della seconda edizione dell’Osservatorio confermano come, nonostante un lieve miglioramento nella trasparenza complessiva, la comunicazione sulla sostenibilità resti ancora frammentata e poco strutturata” al punto che MEFOP si augura che le Casse di previdenza possano rafforzare la propria comunicazione, rendendola sempre più chiara e accessibile e rispondendo così in modo più efficace alle aspettative degli iscritti.

Una riconferma di ciò nei dati dell’ultimo bilancio consuntivo, approvato ieri, ma non ancora pubblicato, ove si registra il patrimonio netto a 19.492.971.355,88 euro ma nulla si dice sull’entità dei crediti di Cassa Forense verso gli iscritti, sul funding ratio e sul debito latente.

Vedremo se la nuova presidenza a una donna saprà invertire la rotta!

Gli indicatori demografici offerti dall’ISTAT per l’anno 2024 non saranno di certo un aiuto:

  • con 1,18 figli per donna viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale sono nati 526.000 bambini contro i 370.000 del 2024.
  • rilevante la crescita della speranza di vita: per il complesso della popolazione residente, la speranza di vita alla nascita è pari 83,4 anni, quasi 5 mesi di vita in più rispetto al 2023;
  • boom delle emigrazioni per l’estero: sono 191.000 (+ 20,5% sul 2023), delle quali ben 156.000 riguardano cittadini italiani che espatriano (+36,5%);
  • aumentano i neo cittadini italiani: sono 217.000 le acquisizioni della cittadinanza italiana concesse a cittadini stranieri residenti in Italia, superato il precedente massimo di 214.000 raggiunto nel 2023;
  • famiglie sempre più ristrette: l’allora dimensione media scende in 20 anni da 2,6 componenti agli attuali 2,2 (media 2023 – 2024).

“La redistribuzione della ricchezza che non crea sviluppo: è di 240 miliardi, più dell’intera Irpef, la quota di ricchezza redistribuita dallo Stato a quel 53% di cittadini che, dati sulle dichiarazioni dei redditi alla mano, non versano imposte sufficienti a coprire i costi di sanità, assistenza e altri servizi pubblici. Numeri che dovrebbero essere considerati quando si parla di disuguaglianze o inefficienze di sistema” (Alberto Brambilla, Itinerari previdenziali).

 

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