Rinnovato il contratto delle aziende artigiane alimentare-panificazione
Riguarda 1.335 aziende e 6.327 dipendenti. Parti 'soddisfatte'
In evidenza

Dopo 21 anni, rinnovato il contratto collettivo regionale per i lavoratori delle aziende artigiane alimentare e panificazione delle Marche che riguarda 1.335 aziende e 6.327 dipendenti e decorrerà dal primo ottobre prossimo e per i prossimi quattro anni.
A sottoscriverlo le parti datoriali: Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai e le parti sindacali: Uila-Uil, Fai-Cisl, Flai-Cgil.
“Il comparto artigiano ricopre un ruolo importante nel tessuto produttivo della nostra regione e al suo interno il settore alimentare e panificazione ne è uno dei settori più rappresentativi, terzo dopo meccanica e servizi”, ricorda Adolfo Giampaolo in rappresentanza della parte datoriale dei firmatari.
“I punti fondamentali su cui si è trovata una sintesi – aggiunge Lorenzo Catani per la parte sindacale – che ha portato alla sottoscrizione del contratto riguardano tre aspetti fondamentali che afferiscono all’orario di lavoro, all’aumento del salario e agli aspetti dedicati al premio di risultato e al welfare”.
Le intese raggiunte rafforzeranno la collaborazione futura.
“Riteniamo di poter essere soddisfatti del lavoro di contrattazione portato a termine raggiungendo l’obiettivo atteso – concludono Giampaolo e Catani – e che possa essere un riferimento anche per le contrattazioni aperte negli altri settori con l’auspicio di arrivare presto a sottoscrivere tutti gli accordi regionali”.
Altre Notizie della sezione

L’Europa dorme. Putin avanza
10 Settembre 2025Droni al confine, tappeti rossi a Washington, selfie a Bruxelles. Il nuovo patto di Monaco è già scritto.

Il “campo largo” si restringe: anche De Luca straccia la favola unitaria di Schlein
09 Settembre 2025Altro che miracolo. La segretaria dem predica “testardamente unitari”, ma in Campania il sogno evapora prima ancora di nascere.

D’Alema, la Cina come ultima sceneggiata
08 Settembre 2025Dopo aver diviso la sinistra e affondato ogni riforma, ora l’ex premier riscopre la geopolitica. Ma più che visione, sembra nostalgia di un ruolo che non ha più.