Cappella sistina "razzista e patriarcale"
Michelangelo "essenza del suprematismo bianco" e frutto di una visione razzista e patriarcale del suo (geniale) creatore.
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L’ultima crociata del politicamente corretto, che negli Stati Uniti e non solo si fregia dell’etichetta woke, a indicare una sorta di risveglio, prende di mira uno dei simboli del Rinascimento italiano. Secondo Robin DiAngelo, sociologa americana autrice di “Fragilità bianca”, ha provocato un vivace dibattito quando ha definito la Cappella Sistina di Michelangelo “essenza del suprematismo bianco” e frutto di una visione razzista e patriarcale del suo (geniale) creatore. Dibattito che non poteva non finire nelle onde de La Zanzara, il programma condotto da Giuseppe Cruciani su Radio 24. “Io davvero non ne posso più. Sono sull’orlo di un precipizio. Sono sull’orlo di una crisi di nervi assoluta”, afferma il giornalista.
“Ho sentito da qualche parte che una scrittrice americana, che ha anche un grande seguito nelle comunità femministe di sinistra, dice che la Cappella Sistina è razzista”, riassume Cruciani che cita alcune delle frasi di DiAngelo: “Il Dio è rappresentato come un suprematista bianco, così come la creazione di Adamo, Dio è bianco, Davide è bianco e gli angeli sono bianchi. La perfetta convergenza della supremazia bianca e del patriarcato”.
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