Superbonus da 60 miliardi, senza danni al Pil
Pubblicata una Ricerca dei commercialisti sull'impatto dell'incentivo fiscale

“Il costo netto per lo Stato del Superbonus 110% è stimato in 60 miliardi, nettamente inferiore all’incremento del Pil”, visto che la spesa indotta dall’incentivo per le ristrutturazioni in edilizia per gli anni 2021 e 2022 “è pari a 96 miliardi”, cui “corrisponde un costo lordo per lo Stato, rappresentato dalle detrazioni fiscali maturate in aggiunta a quelle ordinarie, pari a poco più di 97 miliardi”.
E, “di conseguenza, anche se in un orizzonte temporale più ampio corrispondente a circa un quinquennio, si stima un incremento di Pil di quasi 91 miliardi e di gettito fiscale di circa 37 miliardi”.
Lo si legge nel documento del Consiglio e della Fondazione nazionali dei commercialisti, curato dai ricercatori Tommaso Di Nardo, Pasquale Saggese ed Enrico Zanetti e dal tesoriere nazionale con delega alla fiscalità Salvatore Regalbuto, in cui si precisa che “il moltiplicatore sul Pil della spesa aggiuntiva indotta dal Superbonus è pari a 0,95, mentre l’effetto di retroazione fiscale, cioè l’incremento di gettito rispetto all’incremento di spesa pubblica, è pari al 38%. Se – si evidenzia – si considera adeguatamente l’effetto di retroazione fiscale, l’impatto del Superbonus 110% sulle finanze pubbliche è dunque addirittura positivo, nel senso che l’incremento di Pil generato comunque a debito, cioè facendo deficit, sarebbe superiore all’impatto sul debito, migliorando, in termini percentuali, il rapporto debito/pil”, scrivono i professionisti.
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