La lezione del pos
La lezione del pos Il rientro del governo per le pretese limitative per l'uso del pos è sintomatico per due aspetti di potere: Ue e consumatori.
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Ue. L’Unione ha “intimato” di lasciar perdere con le velleità di usare il pos come strumento di campagna elettorale permanente: il segnale che il governo ha inteso lanciare ai piccoli commercianti per dimostrare di essere con loro a qualunque prezzo, foss’anche favorire l’evasione fiscale che ufficialmente sostiene di voler combattere, non si può fare. Il pos è un po’ come l’euro: prendere o lasciare… con le dovute conseguenze.
Consumatori. In queste settimane in cui sembrava che il tetto fosse già realtà (60, 30 euro…), chi – categorie commerciali – sosteneva la giustezza del provvedimento, non potendo esplicitamente ringraziare il governo per la possibilità di evadere il fisco, si arrotolava su se stesso; argomento prevalente il povero vecchio tonto che non aveva dimestichezza con l’uso delle carte (figura demograficamente e culturalmente esistente forse solo alle due precedenti generazioni di anziani). Nei confronti in cui abbiamo avuto occasione di partecipare e ascoltare, loro malgrado, prevaleva sempre l’anima del bottegaio: “certo, se devo perdere il cliente, preferisco sempre usare il pos”. Una presa d’atto della realtà e del potere dei consumatori di indirizzare il mercimonio in base alle loro scelte finanziarie. Notorio che il popolo reale è sempre stato più avanti di quello legale.. e commerciale nel nostro caso.
Lezione del pos che auspichiamo possa servire anche per altri contesti. Per esempio, quello delicatissimo che sembra si faccia avanti per l’aggiornamento dei nostri codici civile e penale, liberandoci dai retaggi e non solo dell’incostituzionale codice Rocco del secolo scorso.
Vincenzo Donvito Maxia
Comunicato Aduc
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