Anno: XXV - Numero 228    
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IL 5 DICEMBRE SCIOPERO DEI MEDICI

Anaao Assomed e Cimo Fesmed sciopereranno contro le misure sulle pensioni e contro le ambiguità che riscontrano in relazione ai finanziamenti del Servizio sanitario. Le altre sigle si mobilitano

IL 5 DICEMBRE SCIOPERO DEI MEDICI

Martedì 5 dicembre i medici ospedalieri di Anaao Assomed e Cimo Fesmed sciopereranno contro le misure sulle pensioni previste in Finanziaria e anche contro le ambiguità che riscontrano nel testo in relazione ai finanziamenti del Servizio sanitario. I medici degli altri sindacati, a partire dalla Fesmed fino alle altre sigle dell’intersindacale invece si mobilitano e per ora chiedono un incontro urgente al ministro della Salute. Con un’avvertenza: dell’intersindacale fanno parte anche Fp Cgil e Uil Fpl che invece lo sciopero nazionale per quella data lo avranno già fatto, il 17 novembre, e non ne escludono di successivi.

Si palesa comunque una distinzione tra i sindacati della dirigenza medica. Infatti, fin verso la fine della trattativa per il contratto 2019-21 anche Anaao Assomed e Cimo Fesmed erano nell’intersindacale medica e tutte le sigle dei medici dipendenti firmavano le loro prese di posizione insieme. Comune è stata anche la firma sui contratti, ma verso la vigilia Anaao Assomed e Cimo Fesmed si sono impuntate sugli orari di lavoro e sulle tutele, ottenendo qualcosa in più. L’impuntatura oggi produce l’effetto di due comunicati stampa diversi. Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed, dichiarano lo sciopero: «Le misure contenute nella legge di bilancio in discussione al Senato non sono in grado né di risollevare il Servizio sanitario nazionale dalla grave crisi in cui si trova né di soddisfare le richieste della categoria che rappresentiamo», spiegano i due leader. «Dalla manovra ci saremmo aspettati un intervento sull’indennità di specificità medica e sanitaria per garantire un aumento degli stipendi di tutti i dirigenti e frenare la fuga dei professionisti verso l’estero e il privato, e invece si è deciso di aumentare le retribuzioni delle prestazioni aggiuntive per abbattere le liste d’attesa, misura che è destinata a non produrre risultati concreti. Ci saremmo aspettati uno sblocco, anche parziale, del tetto alla spesa per il personale sanitario e un piano straordinario di assunzioni, e invece nessuno ne fa nemmeno cenno. Ci saremmo aspettati risorse adeguate al rinnovo dei contratti, e invece scopriamo che i 2,3 miliardi previsti sono messi a disposizione per l’intero comparto sanità, quindi briciole per tutti». Infine «siamo stati bersagliati dal taglio dell’assegno previdenziale compreso tra il 5% e il 25% all’anno, una stangata che colpisce circa 50.000 dipendenti. E non ci tranquillizzano le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni da esponenti del Governo in merito a possibili modifiche parziali del provvedimento, e non alla sua completa eliminazione». Come se non bastasse, «non abbiamo più notizie dei lavori della Commissione del Ministro Nordio sulla depenalizzazione dell’atto medico». Il ministro della Salute Orazio Schillaci intervistato su Radio 24 ha confermato che il governo lavora ad una soluzione del problema pensioni sia sul fronte dei medici sia su quello degli operatori sanitari. Ma ha anche detto, sulla previsione di finanziare di più in manovra le strutture private convenzionate, di puntare tutto sugli incentivi agli extra-orari e sull’adesione dei professionisti. L’alternativa è l’opera «della sanità privata accreditata, che va a favore del cittadino, il quale non paga nulla». I due sindacati hanno diramato identici comunicati dopo queste parole. E sul punto sono laconici: «Misureremo nei prossimi giorni la reale disponibilità del Governo. Siamo pronti a mitigare o inasprire la protesta con altre eventuali giornate di sciopero».

Intersindacale formata da Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo- Snr), più FVM federazione veterinari e medici e i tre sindacati confederali (Fp- Cgil medici e dirigenti Ssn, Uil Fpl medici e veterinari, Cisl Medici) invece chiede un incontro al Ministro della Salute per rivedere i punti della bozza di manovra, lamentando come i 3 miliardi di finanziamento aggiuntivo al Fondo sanitario siano tutti assorbiti sia dalle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti (sottofinanziati rispetto all’inflazione del triennio 2022-24), sia dallo sblocco del tetto di spesa delle strutture private convenzionate, sia «dai provvedimenti tappabuchi di finanziamento delle prestazioni aggiuntive di professionisti ormai stremati dal sovraccarico lavorativo». Tra i rimedi proposti, lo sblocco del tetto di spesa al personale, e l’addio «all’appalto di personale e al lucro delle cooperative». “Incostituzionale e sconcertante”, è invece definito il taglio retroattivo delle pensioni: «Questa legge di bilancio non contiene misure necessarie per stabilizzare i precari; non sblocca i tetti per nuove assunzioni; non affronta l’iniqua e incostituzionale corresponsione differita del trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici, penalizzati rispetto ai dipendenti privati; non valorizza l’indennità di specificità professionale, e non defiscalizza salario accessorio e prestazioni aggiuntive (…) È il momento della coesione sindacale, occorre superare le divisioni corporative che frammentano il panorama sindacale, prestando il fianco alla disintermediazione voluta dalle Istituzioni per indebolire la protesta e tacitare le proposte».

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