Anno: XXV - Numero 73    
Lunedì 29 Aprile 2024 ore 13:00
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Anf. Bene la decisione sul divieto terzo mandato consigli forensi.

Pansini: adesso dalle istituzioni forensi ci aspettiamo responsabilità e rispetto delle regole. Si chiude una pagina nera dell’avvocatura italiana

Anf. Bene la decisione sul divieto terzo mandato consigli forensi.

 “Bene la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato non fondate le questioni sollevate dal Consiglio nazionale forense (CNF) sulla legittimità costituzionale del divieto del terzo mandato consecutivo dei componenti dei Consigli circondariali forensi, previsto dalla legge n. 113/2017. Adesso ci aspettiamo senso di responsabilità da parte delle istituzioni forensi nei comportamenti, nel rispetto delle regole, nell’assicurare che siano decisi velocemente tutti i reclami avverso i risultati elettorali impugnati”. Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini. “Anf – continua Pansini –  non è stata parte nel giudizio principale, ha ritenuto tuttavia doveroso e opportuno intervenire nel giudizio di legittimità costituzionale promosso dinanzi alla Consulta, sebbene perfettamente conscio della giurisprudenza della Corte costituzionale relativa alle condizioni di ammissibilità degli interventi, nei giudizi di legittimità in via incidentale da parte di soggetti terzi rispetto al giudizio principale. Con la decisione odierna si porta a termine una battaglia di ANF  iniziata nel 2014 di fronte al tribunale amministrativo, portata avanti nel nome  degli avvocati italiani al fine di far valere il proprio diritto ad avere rappresentanze rinnovate, nel rispetto di principi consolidati di democrazia, pluralismo e parità di genere. Ci auguriamo che la politica, il legislatore, gli avvocati si rendano conto di quanto sia urgente riforma la legge ordinamentale del 2012, nel rispetto della Costituzione e del principio della separazione dei poteri e nella convinzione che l’Avvocatura italiana ha bisogno di una governance, anche nazionale, eletta democraticamente. L’auspicio, infine, è che la pronuncia della Consulta chiuda definitivamente la pagina nera dell’avvocatura italiana scritta da coloro che sino ad oggi hanno affermato la loro indispensabilità e referenzialità” – conclude Pansini.

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