GIORNALISTI IN PIAZZA PER UNA NUOVA LEGGE SULL’EDITORIA
Libertà di stampa, attacchi alla categoria, la necessità di riforme, un linguaggio politico sempre più aggressivo e critico nei confronti degli operatori dell’informazione
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I giornalisti italiani scendono in piazza e lo fanno supportati dalla Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni Regionali di Stampa.
Stamattina il comparto si è dato appuntamento a Roma, davanti a Montecitorio dove, alle 10 del mattino, era convocato il Consiglio nazionale della Fnsi. Tra le richieste un intervento del Governo anche sull’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, per il quale va riattivato il tavolo politico atto a rimetterlo in sesto, ormai depauperato dalla crisi più profonda che l’editoria abbia mai attraversato.
Alla manifestazione hanno annunciato la loro partecipazione il Coordinamento dei collaboratori e precari dell’Ansa e i rappresentanti del Coordinamento dei precari di Repubblica, che rilanciano «la necessità di un’attenzione istituzionale» sui temi al centro dalla mobilitazione, «soprattutto perché si avvicina l’ennesima stagione di ristrutturazioni, tagli e sacrifici che come sempre le aziende cercheranno di scaricare sui giornalisti», rilevano.
In piazza con i consiglieri nazionali della Fnsi anche un gruppo di consiglieri generali dell’Inpgi. L’Unaga, l’Unione delle Associazioni di giornalisti che si occupano di agroalimentare, ambiente, energie pulite, territorio, turismo rurale e ambientale, si unisce all’appello rivolto dalla Fnsi al governo perché restituisca a chi fa informazione la centralità prevista dalla Costituzione. «Centralità – sottolinea il presidente di Unaga Fnsi, Roberto Zalambani – che non può prescindere dalla stampa specializzata della quale si è sentita moltissimo la mancanza di coinvolgimento in questi mesi difficili, partendo dalla scienza e dalla medicina e continuando con i settori che rappresentiamo come gruppo di specializzazione nel sindacato».
E l’Unione nazionale giornalisti pensionati partecipa alla mobilitazione della categoria «consapevole che il lavoro delle generazioni più giovani, per le quali si richiedono garanzie e diritti adeguati ai tempi, è la condizione indispensabile per la salvaguardia e il sostegno del nostro istituto previdenziale».Sul fronte delle Istituzioni tutto tace, l’unica voce che esce dal coro è quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, come spiegato da Assostampa, “da mesi richiama tutte le volte che gli è possibile la centralità democratica e costituzionale dell’articolo 21 della nostra carta fondativa”.
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