Depositata l’ordinanza che accoglie il ricorso contro nove consiglieri del Cnf
È stata depositata l’ordinanza che ha accolto il ricorso promosso contro l’elezione al Consiglio Nazionale Forense del Presidente Andrea Mascherin, del vice Presidente Giuseppe Picchioni, e di altri sette Consiglieri
In evidenza

È stata depositata l’ordinanza che ha accolto il ricorso promosso contro l’elezione al Consiglio Nazionale Forense del Presidente Andrea Mascherin, del vice Presidente Giuseppe Picchioni, e di altri sette Consiglieri, quattro di essi (oltre a Mascherin e Picchioni, Antonio Baffa e Andrea Pasqualin) per aver superato il limite di due mandati consecutivi, gli altri (Giovanni Arena, Maurizio Magnano di San Lio, Carlo Orlando, Stefano Savi, Salvatore Sica,) in quanto appartenenti a fori che avevano già espresso il Consigliere Nazionale per due mandati consecutivi, ancorché con altro rappresentante.
L’ordinanza richiama espressamente le motivazioni addotte dal medesimo giudice, Francesco Oddi della sez. II del Tribunale di Roma, nell’ordinanza cautelare pronunciata il 13 marzo di quest’anno, con la quale aveva ritenuto di sospendere gli effetti della proclamazione dei predetti Consiglieri, anticipando gli effetti della pronuncia ora adottata.
L’ordinanza che definisce il procedimento avanti al Tribunale ha rigettato le domande dei ricorrenti volte ad ottenere l’annullamento della delibera CNF di proclamazione degli eletti nella tornata 2019 e lo scorrimento nella graduatoria con il primo dei non eletti, quanto meno nei distretti ove tale candidato era presente.
Altre Notizie della sezione

Tra separazione carriere, due Csm e Alta Corte in aula in Senato
18 Giugno 2025In Commissione l'esame non è concluso e il provvedimento è arrivato senza mandato al relatore, si discute il testo trasmesso dalla Camera.

Open Day dei penalisti italiani
17 Giugno 2025Al centro il rapporto fra Costituzione e diritto di difesa.

Istituto dei collaboratori di giustizia a rischio
16 Giugno 2025Manca da troppo tempo la determinazione dello Stato di incoraggiare il manifestarsi delle volontà di collaborazione e il rischio più grave e incombente è l’estinzione fattuale dell’istituto.