L’inflazione risale, all'1,7% a giugno
Istat, in un mese +0,2%. Pesano tensioni sugli alimentari.
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La dinamica tendenziale dell’indice generale, spiega l’Istat, risente dell’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, che passano da un +3,5% a +4,2%, e lavorati (da +2,7% a +3,0%) e di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +2,6% a +2,9%), oltre che dell’attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni durevoli (da -1,1% a -0,8%).
Decelerano, invece, i prezzi dei beni energetici regolamentati, da +29,3% a +22,7%, e si amplia la flessione di quelli dei beni energetici non regolamentati, da -4,3% a -4,6%.
Nel mese di giugno accelera l'”inflazione di fondo”, ovvero quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, mentre l’inflazione al netto dei soli beni energetici resta stabile a +2,1%.
La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si accentua lievemente (da +0,8% a +1,0%), come anche quella dei servizi (da +2,6% a +2,7%).
Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce seppur di poco, portandosi a +1,7 punti percentuali da +1,8 del mese precedente.
Per quello che riguarda invece il rialzo congiunturale dell’indice generale, l’Istat spiega che è dovuto prevalentemente all’aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+1,1%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei beni alimentari lavorati (+0,6%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-2,9%) e non regolamentati (-1,1%) e di quelli dei beni alimentari non lavorati (-0,4%).
L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,4% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione pari a +0,2% su base mensile e a +1,7% su base annua (stabile rispetto al mese precedente).
Ansa
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