Vaccini Covid-19, Moderna e Pfizer mostrano poche differenze negli effetti avversi.
Ecco quali
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Ci sono poche differenze nel rischio di eventi avversi entro 14 giorni dalla prima dose del vaccino BNT162b2 (Pfizer) o del vaccino mRNA-1273 (Moderna), e differenze di piccola entità entro 42 giorni dalla prima dose, secondo uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine. «Il rischio di eventi avversi è risultato basso per i partecipanti che hanno ricevuto i vaccini Pfizer e Moderna in studi randomizzati. Tuttavia, per quanto ne sappiamo, mancava un confronto testa a testa della loro sicurezza per una gamma più ampia di potenziali eventi avversi, su un follow-up più lungo, e in popolazioni più ampie e diversificate» spiega Barbra Dickerman, della Harvard T.H. Chan School of Public Health, Boston, Massachusetts, autrice principale del lavoro. Per meglio chiarire la situazione, i ricercatori, hanno confrontato la sicurezza in termini di rischio di eventi avversi dei due vaccini utilizzando i database sanitari nazionali del Department of Veteran Affairs degli Stati Uniti, il più grande sistema sanitario integrato nel paese. È stato valutato un ampio pannello di potenziali eventi avversi, che comprendeva eventi neurologici, eventi ematologici, ictus emorragico, ictus ischemico, infarto del miocardio, altri eventi tromboembolici, miocardite o pericardite, aritmia, danno renale, appendicite, eventi autoimmuni, herpes zoster o simplex, artrite o artropatia e polmonite. Tra le 433.672 persone incluse nello studio, suddivise in due gruppi in base al vaccino ricevuto, l’età media era di 69 anni, e la popolazione considerata era composta per il 93% da maschi e per il 20% da neri. I rischi stimati di eventi avversi a 38 settimane sono stati generalmente bassi dopo la somministrazione di entrambi i vaccini. Rispetto al gruppo Moderna, il gruppo Pfizer ha mostrato un eccesso per 10.000 persone di 10,9 eventi di ictus ischemico, 14,8 eventi di infarto miocardico, 11,3 eventi di altri eventi tromboembolici e 17,1 eventi di danno renale. Le stime erano in gran parte simili tra i vari sottogruppi definiti per età (<40, 40-69 e 70 anni) e per razza (neri, bianchi), ma è stato osservato un maggiore rischio di ictus ischemico tra le persone anziane e quelle bianche, di danno renale tra persone anziane, e di altri eventi tromboembolici tra i neri. «Sebbene l’analisi sia stata progettata per rilevare eventi di sicurezza non correlati all’infezione da SARS-CoV-2, non è stato possibile escludere la possibilità che queste differenze fossero parzialmente spiegate da una minore efficacia del vaccino Pfizer rispetto al vaccino Moderna nel prevenire le sequele dell’infezione da SARS-CoV-2» concludono gli autori.
JAMA Internal Medicine 2022. Doi: 10.1001/jamainternmed.2022.2109
http://doi.org/10.1001/jamainternmed.2022.2109
da Medicina 33
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