Anno: XXV - Numero 76    
Venerdì 3 Maggio 2024 ore 13:15
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Piano nazionale filiera farmaceutica entro l'anno

La nuova governance coinvolgerà distributori e farmacie

Piano nazionale filiera farmaceutica entro l'anno

Entro l’anno il governo Meloni presenterà un Piano nazionale della filiera farmaceutica con nuove regole di governance che dovranno migliorare le performance della filiera e coinvolgerne tutti gli attori, distributori e farmacie comprese. A parlarne sono stati il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso e il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato al forum Pharma e Life Science del Sole 24 ore. I due ministeri hanno un tavolo comune, anche con le industrie, per trasformare l’Italia, primo produttore europeo con 34 miliardi di fatturato e crescita a due cifre nel ’22, in un “hub” capace di attrarre investimenti esteri, creare occupazione, fare ricerca.

Urso: nuove disposizioni per un unico processo autorizzativo per investimenti esteri superiori a 400 milioni di euro

Urso ha annunciato piani nazionali per tutti i settori industriali, ma il farmaco – voce ad alto valore aggiunto – passa per un grande progetto di formazione, per la possibilità che tutti i pazienti senza discriminazioni accedano ai prodotti della ricerca e per un progetto di sviluppo delle aziende del settore. In quest’ultimo ambito, tre le direttrici chiave: la scommessa sulla ricerca (attrattività); la rinegoziazione con le aziende di questioni economiche che oggi minano il mercato, quali il pay-back (sostenibilità); la tutela della proprietà intellettuale “minacciata” da nuovi orientamenti in Europa.
“Nell’attrarre investimenti internazionali ci siamo mossi subito realizzando innanzi tutto uno sportello unico per investitori stranieri e destinando del personale specializzato come tutor alle imprese che intendono scommettere sull’Italia – dice Urso. – Nuove disposizioni prevedono un unico processo autorizzativo per investimenti esteri superiori a 400 milioni di euro, d’intesa con le Regioni dove sorgeranno gli insediamenti; inoltre, per progetti sopra i 25 milioni di grande impatto occupazionale, il ministero o la Presidenza del Consiglio possono avocare a sé la possibilità di concedere autorizzazioni se altre amministrazioni non adempiono. Ci stiamo dedicando alla partecipazione di imprese italiane a progetti strategici finanziati dalla Comunità con fondi Ipcei, Importanti Progetti Comuni di Interesse Europeo cui concorrono più stati membri. Un primo progetto sui farmaci innovativi vede aiuti di stato, che qui sono possibili, per 1,3 miliardi di euro e 17 imprese candidate; un secondo progetto sui dispositivi medici accoglie 7 imprese italiane”.

Gemmato: nuova governance farmaceutica dovrà migliorare le performance della filiera e coinvolgere tutti gli attori, distributori e farmacie

In sintonia con Urso, Gemmato ha spiegato come, pur grande produttore, l’Italia oggi si ponga come paese di terzisti che in Europa sa meglio di altri trasformare in prodotti terapeutici materie prime importate, per le quali dipende da altro produttori, ma risente di emergenze diplomatiche, inflazione, aumenti di prezzo delle materie prime. “L’Europa e l’Italia rischiano la fine del vaso di coccio, servono dunque non solo progetti di filiera come quelli annunciati ma anche norme di aiuto al settore”. Gemmato ha sottolineato l’importanza di rivedere le regole sulla governance farmaceutica: “Abbiamo licenziato 4 decreti sulla ricerca, abbiamo posto mano alla riforma dell’Aifa che dovrebbe vedere la luce tra qualche settimana, e stiamo valutando una nuova governance del settore farmaceutico che dovrà migliorare le performance della filiera e coinvolgerne tutti gli attori, distributori e farmacie comprese. Non vorremmo un approccio mordi e fuggi – ha spiegato – ma una risposta globale che serva a mettere in sicurezza la filiera strategica e di qualità del farmaco made in Italy tutelando il diritto alla salute del cittadino e rendendo accessibili i farmaci consentendo anche un risparmio per la casse dello Stato”.

E sulla revisione del pay-back ha affermato: “Noi abbiamo due tetti di spesa farmaceutica da non sforare, quello per acquisti diretti pari al 7,85% nel ’22, e quello per la convenzionata, pari al 7%; il primo è in disavanzo per 2,3 miliardi, il secondo è in avanzo per 700 milioni; dobbiamo mettere al centro il cittadino o rimodulando i due sylos o spostando il surplus per 700 milioni sugli acquisti diretti in modo da ridurre il pay back a carico della farmaceutica in quanto eccellenza nazionale”. Il sottosegretario Gemmato conferma che tra le misure cui il governo pensa c’è anche l’inserimento nel Fondo farmaci innovativi di terapie ad innovatività condizionata rivalutabili dal Servizio sanitario dopo 18 mesi, “ma non necessariamente questi interventi si sommeranno tra loro, noi puntiamo a una risposta d’insieme, organica, con misure che mettano in sicurezza la filiera”.

Industrie: proposta sul nuovo regolamento europeo potenzialmente deleteria

Durante la tavola rotonda il presidente di Farmindustria Marcello Cattani e Cinzia Falasco Volpin vice presidente di Egualia sono intervenuti sulla direttiva e sul regolamento europeo in itinere che rivisitano sia i meccanismi autorizzativi dei farmaci in commercio in Europa, sia l’esclusività dei dati detenuti dalle aziende nelle loro banche dati per la ricerca. Sono misure combattute da “big pharma”, potenzialmente deleterie in un contesto in cui già i produttori soffrono per i prezzi bassi e soprattutto in un paese come il nostro che già rimborsa meno sui 4 più popolosi d’Europa, e ha pure diminuito di un punto percentuale i prezzi amministrati nel 2022. Coro di consensi per un’Italia schierata a Bruxelles a difesa della tutela brevettuale, «ma ora servono misure concrete». Tria si è soffermato sull’etimologia dell’aggettivo “strategico”, che copre quanto ha a che fare con la difesa di un paese e chiede misure organiche e frutto di riflessione: non per nulla, come ricorda pure Urso, l’uso della ‘Golden power’, cioè del potere di uno Stato di vietare o imporre investimenti ed iniziative, si è estesa, dagli Usa all’Europa, a settori quali alimentazione e, appunto, farmaci.

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