Anno: XXV - Numero 66    
Giovedì 18 Aprile 2024 ore 13:00
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VOGLIAMO ESSERE COINVOLTI NELLA STESURA DEL PNRR

Stella al Senato: Confprofessioni si è sempre spesa per favorire la destinazione di risorse straordinarie dell’Unione europea al sostegno delle economie nazionali.

VOGLIAMO ESSERE COINVOLTI NELLA STESURA DEL PNRR

 “La discontinuità del nostro coinvolgimento all’interno del dialogo tra istituzioni e parti sociali è un segnale di disattenzione per la categoria dei liberi professionisti – ha denunciato Stella  nella audizione odierna davanti alle  Commissioni Bilancio e Politiche dell’Unione Europea del Senato sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza –  oltre che un errore strategico nella prospettiva di un efficace piano di azione per la ripresa del Paese. L’odierna audizione ci offre dunque la possibilità di riallacciare e consolidare il dialogo con le istituzioni e fornire indicazioni per il perfezionamento e il completamento del Pnrr. Il Parlamento ha proseguiti Stella – potrà infatti esercitare la propria funzione di rappresentanza, di camera di compensazione delle istanze della società civile, raccogliendo e valorizzando i contributi delle parti sociali, per sollecitare il Governo a recepirli nelle ulteriori bozze del Piano, a)         Constatiamo con rammarico che è del tutto assente una strategia di sviluppo delle libere professioni. Mancano, in particolare, iniziative di sostegno allo sviluppo della dimensione imprenditoriale degli studi professionali, da realizzare attraverso tre direttrici: stimolo al mercato dei servizi professionali; promozione di processi di aggregazione; arricchimento delle competenze trasversali dei professionisti. Da tempo chiediamo di accompagnare e favorire processi di crescita e sviluppo dimensionale degli studi – nei quali ConfProfessioni è già impegnata attraverso la mobilitazione di risorse del sistema confederale e tramite la cooperazione con istituti bancari. Ma non basta: occorrono interventi pubblici sia per una complessiva riforma del quadro normativo, per rimuovere ostacoli non più al passo con i tempi; sia per un sostegno economico teso all’ammodernamento delle infrastrutture e all’aggregazione tra professionisti. Nell’ambito dell’obiettivo della digitalizzazione – al cui interno trova spazio l’impegno per il rafforzamento della banda larga, che rappresenta ovviamente una condizione preliminare per gli altri progetti – risorse consistenti sono destinate alla digitalizzazione ed all’innovazione della pubblica amministrazione e del sistema produttivo.

Nell’attuale bozza del PNRR, il progetto di digitalizzazione della giustizia è debole e lacunoso, concentrandosi esclusivamente sulla proposta di costituzione dell’Ufficio per il processo e sulla immissione in via straordinaria di magistrati onorari. Sono ricette limitate e di corto respiro per un problema di dimensioni mastodontiche; basti pensare che i dati al 31 marzo 2020 registrano un aumento delle cause ultra-triennali pendenti dinanzi ai tribunali: sono 340.804 rispetto ai 337.740 del 31 dicembre 2019. Continuano ad aumentare quelle ultrannuali in Cassazione (80.686 rispetto ai 78.687 del 31 dicembre 2019); alla data del 31 marzo 2020, i procedimenti civili complessivamente pendenti sono 3.287.116 (di cui 487.059 riguardano procedure esecutive e fallimenti) rispetto ai 3.293.960 del 31 dicembre 2019 (numeri destinati ad aumentare al 30 giugno 2020 per effetto del lockdown).

Occorrono pertanto interventi più coraggiosi, diretti a:

(I)           completare la telematizzazione del processo civile e penale;

(II)          Introdurre il processo telematico negli uffici del giudice di pace e in Cassazione;

(III)        assicurare che magistrati e personale di cancelleria siano dotati (unitamente a formazione, aggiornamento e assistenza) di strumenti tecnologici adeguati ai processi di telematizzazione;

(IV)        assicurare che tutto il comparto giustizia (le amministrazioni, le strutture carcerarie, gli uffici periferici, ecc.) operi in modalità digitale nel rispetto delle norme in materia di privacy;

(V)         eliminare, con norma primaria, la discrezionalità dei capi degli uffici giudiziari e dei presidenti di sezione nell’adozione di protocolli para-processuali;

(VI)        incentivare una preparazione specifica e una valutazione delle capacità organizzative di chi aspira alla dirigenza di uffici giudiziari, per favorire l’introduzione nell’amministrazione giudiziaria di criteri e figure manageriali nell’organizzazione del lavoro;

(VII)       completare, con personale qualificato e con modelli manageriali di lavoro, la costituzione delle dieci direzioni territoriali dedicate alla gestione di beni, servizi ed uffici del comparto giustizia, prevista dalla legge di bilancio del 2020.

Il Piano prevede un finanziamento – invero piuttosto limitato in considerazione dell’obiettivo – per il sostegno ai processi di aggregazione tra imprese in una logica di filiera e di distretto e nella direzione di favorire fusioni e ricapitalizzazioni delle PMI nei settori strategici del made in Italy.

Si tratta di un obiettivo condivisibile, su cui abbiamo da tempo richiamato l’attenzione delle istituzioni, per superare alcune debolezze strutturali del nostro comparto produttivo in settori di assoluta eccellenza. La matrice dimensionale tipica del tessuto produttivo italiano è rappresentata dalle piccole e medie imprese, tra le quali esistono fitte relazioni di fornitura e subfornitura tali da renderle fortemente interdipendenti nei contesti locali di filiera, ma al contempo fragili in situazioni di crisi.

Tuttavia, il progetto è del tutto carente in termini di definizione di misure concrete a sostegno della aggregazione di imprese. Tra questi:

(I)           una riforma della legislazione vigente in tema di incentivazione della ricapitalizzazione, nel senso della inclusione delle piccole e media imprese, anche allo scopo di agevolare l’accesso al credito delle stesse PMI;

(II)          introduzione di incentivi fiscali per le aziende coinvolte in processi di aggregazione a livello di filiera e distretto produttivo nei settori strategici.

 

Audizione ConfProfessioni PNRR (1 marzo 2021)

© Riproduzione riservata

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