Anno: XXV - Numero 77    
Lunedì 6 Maggio 2024 ore 13:00
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UNA VISIONE “OLISTICA” PER I DELEGATI DI CF

Holos significa interezza.

UNA VISIONE “OLISTICA” PER I DELEGATI DI CF

La previdenza forense è nata nel 1933 quando gli avvocati e i procuratori erano circa 30.000.

Nel 1966 erano 37.800 per arrivare, nel 1985, a 48.327 per poi espandersi, ,con progressione quasi geometrica, sino a raggiungere i 240.000 attuali.

Se la legge 247/2012 di riforma della professione forense è ritenuta, oggi ,obsoleta al punto che si è costituito un tavolo per cambiarla, che cosa si può dire per la previdenza forense?

Nel tempo è stata rammendata ma ora il vestito è logoro, con una taglia unica, non flessibile.

In questo contesto andrebbe vissuta la riforma con le proposte che ho già pubblicato e che rispondono ad una idea di futuro ma ve ne possono essere anche altre !

In Italia si discute molto di pensioni ma non si riflette mai abbastanza sulla previdenza sociale che è il quel ramo dell’ordinamento giuridico che, più di ogni altro, connota, in modo unico e identitario, l’Occidente europeo. Oggi la previdenza sociale, cioè quell’insieme di norme poste a protezione della sicurezza e del benessere dei cittadini, è sotto pressione ed è, quindi, in discussione la stessa tenuta del nostro welfare state forense.

Le trasformazioni in atto nell’avvocatura mettono, infatti, in dubbio l’equità complessiva del sistema previdenziale, in particolare l’equità fra generazioni, e, in ultima istanza, la stessa sostenibilità economica e finanziaria del modello con il quale la si vuole garantire.

Maggiore equità e maggiore trasparenza nella gestione e nel finanziamento del primo pilastro del welfare, quello pubblico ancorché gestito da una Fondazione di diritto privato, sono, dunque, principi ideali necessari per affrontare ogni discussione in tema di previdenza forense e, quindi, ogni proposta di intervento sulle pensioni.  La previdenza forense è stata progettata, infatti, con grande visione ideale ma in un tempo ormai lontano e per un contesto sociale, demografico ed economico profondamente differente da quello odierno e, con grande probabilità, da quello futuro.

Se si vuole preservare, pur con i necessari adattamenti, il sistema di welfare, che connota in modo profondo la nostra società, è necessario tenere presente il quadro complessivo della previdenza forense per intervenire sempre sulla base di visioni politiche organiche che tengano in considerazione la necessità di garantire la caratteristica essenziale di ogni sistema di sicurezza sociale che è la sua equità nella longevità. Questa operazione richiede un approccio olistico che tenga in conto tutti e tre i livelli di cui si compone il sistema del welfare: quello pubblico, che siamo soliti definire come welfare state in senso stretto, quello che è nato dentro la dialettica delle relazioni sindacali e della contrattazione collettiva (welfare contrattuale) e quello del terzo settore che poggia sul volontariato e che si completa con l’iniziativa assicurativa delle famiglie e dei singoli cittadini.

In particolare, questo esercizio di coordinamento è sollecitato dalle prospettive demografiche e dall’applicazione coerente dei principi costituzionali sui quali si fonda il nostro welfare state, chiamato ad essere sostenibile, funzionale alla crescita economica ed allo sviluppo della società e, soprattutto, coerente con l’esigenza di tutela delle diversificate situazioni di bisogno nell’arco di tutta la vita dei cittadini avvocati (Confindustria, Il sistema pensionistico italiano, febbraio 2020 adattato alle nostre esigenze)

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