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Slitta al 9 gennaio il vertice di maggioranza sulla prescrizione

L'incontro, atteso per domani, è stato rinviato per ragioni legate all'agenda di palazzo Chigi

Slitta al 9 gennaio il vertice di maggioranza sulla prescrizione

il vertice sulla prescrisione non si fara. Domani mattina alle 11.30 si terrà invece un presidio a piazza Montecitorio contro l’abolizione della prescrizione. Saranno presenti Emma Bonino, Benedetto Della Vedova, Carlo Calenda, Stefano Parisi. Domani il Parlamento riapre i battenti dopo la pausa delle festività natalizie. Si riparte con una settimana politica difficile per maggioranza e governo, a partire dal vertice sulla giustizia e soprattutto sul nodo prescrizione che slitta però al 9 gennaio Sarà un vertice delicato: M5s difende la legge Bonafede, entrata in vigore il primo di gennaio, che abolisce la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, mentre gli altri partiti sono contrari e chiedono una mediazione al premier Conte. Il Pd ha un proprio ddl, incentrato sulla certezza dei tempi nelle varie fasi del processo, mentre Italia Viva minaccia di votare il ddl di Forza Italia, a prima firma di Enrico Costa, che cancella la legge Bonafede e che a gennaio approderà in Aula.  Dalla mezzanotte del primo gennaio è entrata in vigore la riforma della prescrizione approvata dal primo governo Conte lo scorso anno e contenuta nel disegno di legge anticorruzione, il cosiddetto “Spazzacorrotti”. La riforma, voluta dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e dal Movimento 5 Stelle, prevede il blocco assoluto della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. La prescrizione è l’estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo: con la riforma nessun processo finirà mai in prescrizione se è arrivato almeno a una sentenza di primo grado.  La prescrizione è una forma di garanzia per gli imputati contro l’eccessiva lunghezza dei processi – visto che i processi hanno costi enormi per gli imputati, anche nel caso poi si concludano con un’assoluzione – ed è uno strumento che lo Stato può utilizzare quando non è più interessato a perseguire alcuni reati (quelli punibili con l’ergastolo, invece, erano già imprescrittibili prima della riforma).  La prescrizione serve anche a ridurre gli errori giudiziari, dal momento che più passa il tempo più le indagini e i processi si fanno complicati. La riforma della prescrizione si applicherà solo ai presunti reati compiuti a partire dal primo gennaio del 2020 e solo dopo che si arriverà a una sentenza di primo grado, sia di condanna che di assoluzione.  Quella sulla riforma della prescrizione “è una legge sbagliata. Ancora più sbagliato è giustificarla con il fatto che ci aiuterà ad avere processi più brevi, perché al contrario essi si allungheranno. Inoltre il nuovo regime espone anche chi è stato assolto in primo grado al rischio di restare sotto processo a vita”: lo ha affermato l’ex magistrato e presidente della Camera dei deputati, il dem Luciano Violante, in un’intervista a Libero quotidiano. Violante dice di capire “l’esigenza del Cinquestelle di evitare che imputati facoltosi assistiti da principi del foro sfuggano alla giustizia grazie alla prescrizione”, ma aggiunge anche che non si può “far pagare a 60 milioni di italiani la tua battaglia contro un manipolo ridotto di accusati eccellenti” in quanto “siamo arrivati da un po’ alla sostituzione del principio di non colpevolezza con quello di non innocenza”. Secondo Violante, oggi “prima di fare nuove leggi bisognerebbe studiare i problemi nel dettaglio, altrimenti si impongono cambiamenti dettati dall’ideologia e frutto di una conoscenza approssimativa dello stato delle cose” che “così possono prodursi effetti devastanti” perché “se il 50% dei giudizi termina con un’assoluzione, forse occorre riflettere se l’azione penale non venga intrapresa con poca prudenza, perché il dato è allarmante” in sé. Per l’ex presidente della Camera sulla questione della prescrizione il Pd, tuttavia, non si è arreso alle logiche dei 5 Stelle in quanto gli “sembra che abbia presentato una proposta di legge sulla prescrizione che risolverebbe in modo più ragionevole i problemi giustamente posti da Cinquestelle”. E nel caso dovesse cadere il governo, assicura, “la legge sulla prescrizione resta, si va a elezioni e modificarla diventa più lungo e complesso di quanto non lo sia oggi”. 

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