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SIAMO IN LINEA CON LA DELEGA FISCALE

Alemanno (Presidente Int): "Ok alla delega, ma attenzione al concordato"

SIAMO IN LINEA CON LA DELEGA FISCALE

I tributaristi sono “assolutamente in linea con l’indirizzo della legge delega fiscale”, apprezzano che sia stata approvata “già nel primo anno di legislatura”. Ma avvertono “attenzione al concordato preventivo basato sugli Isa, gli indici di affidabilità fiscale, che dovranno essere rettificati” e si “autoproclamano soggetti professionisti che possono accompagnare l’assistito a valutare l’applicazione dell’istituto”. E’ in sintesi il messaggio che lancia il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno, in occasione del settimo Congresso nazionale dell’Istituto. “Gli Isa, gli indici di affidabilità fiscale – sostiene Alemanno – dovranno essere rettificati in quanto alcune anomalia ancora se la portano appreso, e questo andrebbe a detrimento sia dell’utilizzo di quell’istituto, sia delle imprese soprattutto le micro-imprese, quelle più strutturate, quelle che vanno maggiormente difese”. E aggiunge: “siamo assolutamente disponibili a collaborare per la realizzazione di questo istituto, ma evidentemente ci autoproclamiamo soggetti professionisti che possono accompagnare il nostro assistito a valutare l’istituto del concordato preventivo per applicarlo. Lo dico perché c’è chi vorrebbe in esclusiva qualsiasi attività in esclusiva nel settore fiscale, e poi la cosa si estende alla compliance”. Il governo si prepara a portare presto in Consiglio dei ministri, annuncia il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, “la revisione del calendario degli adempimenti, sia per le dichiarazione sia per i termini di versamento”, Per il viceministro occorre “aggiungere quello che ritengo sia il cambiaverso per il rapporto fisco-contribuente. Abbiamo un tax gap molto rilevante che oscilla tra 80 e 100 miliardi e dobbiamo agire ex ante. Lo faremo con il concordato preventivo biennale e con la cooperative compliance che riguarderà i soggetti di maggior dimensioni”. La riforma fiscale, dice poi il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, “è un’intelaiatura e un grande pezzo su cui si può costruire tutto il resto” e sulla delega fiscale “non solo ci siamo, ma non possiamo non esserci. Uno dei temi di questo paese costantemente disatteso è il modo in cui noi vediamo noi stessi all’interno di una comunità: tutti siamo chiamati a fare nostra parte, tutti dobbiamo avere consapevolezza che stare sulla stessa barca non è un modo di dire ma una realtà”. Secondo Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, “trovare un punto di sintesi, andare avanti nel confronto su alcuni temi, che sono più controversi, come condono e sanatoria, è importante se abbiamo un obbiettivo che è quello di finire la riforma, applicarla e rendere il rapporto del contribuente-cittadino con il fisco migliore”. Su questo punto, insiste anche il presidente Alemanno. “Io non mi scandalizzo dei termini condono e sanatoria, se però subito dopo le istituzioni faranno in modo che ciò non accada più. Altrimenti – sostiene Alemanno – tra tre anni staremo a parlare della rottamazione quinquies”. “C’è tanta sfortuna dietro le cartelle esattoriali, anche, ma non sempre, c’è un’attitudine”, spiega Alemanno annunciando che il suo impegno è andare nelle scuole, “per spiegare che lo stato siuamo noi, ricordiamocelo, torniamo a impossessarci di ciò che è nostro”, aggiungendo che tasse e imposte vengono pagate per avere i servizi. Intanto sull’equo compenso, sottolinea il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, si è avviato, “il tavolo di consultazione con tutte le associazioni dei professionisti non ordinistici per definire parametri condivisi in grado di tenere adeguatamente conto della grande eterogeneità delle professioni coinvolte” e la consultazione “è un momento necessario per trovare il corretto equilibrio: anche per questo è fondamentale la costruttiva partecipazione di tutte le associazioni”. La prima notizia arriva dal presidente della Commissione attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli, che annuncia che “la rateizzazione dell’acconto di novembre verrà già applicata da questo novembre 2023 per una platea abbastanza ampia di contribuenti”, con il ministro dell’Economica, Giancarlo Giorgetti, “stiamo individuando un tetto di fatturato, probabilmente vicino ai 500mila euro per rientrare nell’abolizione dell’acconto di novembre”, che viene rateizzato e pagato “da gennaio a giugno 2024. Tutto il resto della platea entra a novembre 2024”. Al governo, infine conclude Alemanno, “chiediamo la modifica di una norma sulla malattia dei professionisti, la tutela dei professioni in malattia, perché è una norma che prevede la tutela di professionisti ordinistici, ma ha escluso i professionisti associativi. Chiediamo che i professionisti associativi, che fanno riferimento alla legge 4 del 2013, gli oltre 500mila professionisti che versano i loro contributi previdenziali nella gestione separata dell’Inps, siano ricompresi da questa tutela che blocca per 30 giorni gli adempimenti tributari al professionista e ai suoi assistiti che sono in malattia”. A guardare al futuro con ottimismo, arriva l’intervento di Nicola Piepoli, presidente dell’Istituto Piepoli. “Siamo noi a creare la vita aziendale e la nostra vita, per cui siamo noi responsabili dell’andamento del paese, ciascuno nel suo settore e nel suo piccolo. Chiaramente – spiega Piepoli – dato l’ambiente generale che è piuttosto ombroso, pessimista, bisogna rianimarlo attraverso presenze ottimiste e soprattutto credere nell’avvenire”.

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