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PRESCRIZIONE: SPUNTA L'IPOTESI LODO CONTE TER

Ma via Arenula smentisce. Anche Palazzo Chigi stronca le voci circolate nelle ultime ore

PRESCRIZIONE: SPUNTA L'IPOTESI LODO CONTE TER

L’esclusione di un emendamento al  Milleproroghe sulla prescrizione raffredda, per quanto possibile, le  tensioni nella maggioranza. “La decisione del Governo di non inserire  il Lodo Conte sulla prescrizione nel milleproroghe mi sembra un gesto  di buonsenso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo”, scrive Matteo Renzi su Fb. Ora le strade sulle quali la maggioranza starebbe ragionando sono due: un ddl ad hoc oppure inserire il ‘lodo Conte bis’ come emendamento  nell’esame della pdl Costa, in aula il 24 febbraio. La prima strada  sembra quella al momento più percorribile, visto che fonti di governo  ritengono “altamente improbabile” che ci si possa agganciare alla  proposta di legge di Fi. Intanto a Montecitorio si rincorrono voci sulla possibilità di una  nuova mediazione, un ‘lodo Conte ter’, per ricomporre la frattura  nella maggioranza. “Noi ce lo auguriamo -si spiega da Italia Viva-  certo, la via più ragionevole resta quella del rinvio della Bonafede,  anche di 6 mesi, per trovare insieme una soluzione contestualmente  alla riforma del processo del penale”. Tuttavia, le voci su un  eventuale ulteriore mediazione rispetto al ‘lodo Conte bis’ vengono  smentite nettamente dalle parti di via Arenula: “Non esiste, non se ne parla proprio”. E anche da Palazzo Chigi la chiusura arriva netta: “è  una sciocchezza”, la stroncatura alle voci che circolano nelle ultime  ore. La decisione di far saltare il “milleproroghe” come sede della ratifica dell’accordo a tre sembra aver rabbonito le intenzioni di Renzi. «Mi sembra un gesto di buon senso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo», ha fatto sapere. Il leader di Italia Viva è impegnato anche in balletto tutto suo. Ha minacciato e blandito, provocato e ritrattato. Fino ad annunciare la presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Bonafede. Per lui la  decisione del governo cade a fagiolo. Infatti, la presenta come un suo successo che gli consente di spostare più in là la resa dei conti. «Quando arriverà la prescrizione in aula – puntualizza – noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratterizza». Dimentica o finge di dimenticare che intanto il blocca-prescrizione è già in vigore.

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