MEDICI DI FAMIGLIA, PEDIATRI E 118 TRA GLI ESCLUSI DAL RIMBORSO DA CORONAVIRUS
Il riconoscimento dell’infortunio di lavoro per il Coronavirus apre un inquietante scenario che vede medici con diritti e altri senza
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Si aprirà verosimilmente anche un gigantesco contenzioso giudiziario con enorme rabbia di migliaia di professionisti che sono in prima linea nella lotta alla pandemia. Questa la denuncia contenuta nella lettera inviata al premier, Giuseppe Conte e al ministro della Salute, Roberto Speranza, da parte di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu a seguito di un parere legale dell’avvocato Antonio Puliatti sulla Circolare dell’Inail n. 13 del 3 aprile, relativa ai cosiddetti medici convenzionati. Si parla dei medici di medicina generale, i pediatri e gli specialisti ambulatoriali (parasubordinati). Nel cono d’ombra, che viene da decine di controversie del passato, tutti quei medici che per lo Stato Italiano sono definiti parasubordinati, quindi appunto i medici di medicina generale (di famiglia, del 118, della continuità assistenziale) i pediatri e gli specialisti ambulatoriali che pur non essendo dipendenti hanno una funzione pubblica, a tutti gli effetti, nella nostra sanità oltre a essere da settimane un baluardo essenziale all’emergenza sanitaria.
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