Avvocati a Mattarella: commissariare il Cnf
Appello di Avvocati Radicali Democratici al Quirinale per garante la legittimità costituzionale nell’ordinamento italiano

“Le scrivo da avvocato – dice le suo esposto Salvatore Lucignano presidente di Arde – che da anni si trova costretto a fronteggiare un’associazione per delinquere, ormai messa a nudo dalle molteplici pronunce della magistratura italiana, che si susseguono ininterrottamente dal 2015 e giungono fino alla Sentenza n. 173/2019, pubblicata oggi, emessa dalla Corte Costituzionale. Il fine di questa associazione per delinquere è di detenere illegalmente il potere, all’interno dell’Ordine Forense, e per mezzo del potere così detenuto, poter alimentare l’illecita occupazione delle cariche apicali all’interno dell’avvocatura italiana. A questo scopo, l’associazione per delinquere che fa attualmente capo al Consiglio Nazionale Forense, viola le leggi che impediscono la rielezione nei propri incarichi, ed utilizzando le connivenze, le connessioni e le incrostazioni censurate dalla Suprema Corte di Cassazione, con la Pronuncia n. 32781/18 e ribadite dalla Corte Costituzionale, con la sentenza pubblicata oggi, detiene illegittimamente i ruoli di rappresentante, giudice speciale e regolatore interno della mia martoriata professione. Gli effetti di questo regime fascista, criminale e vorace, che beneficia i suoi affiliati con utilità dirette e mediate, stanno ormai arrecando danni incalcolabili alla professione forense italiana. Il discredito, lo scorno, l’olezzo della corruzione a cui siamo soggetti sono ancor più gravi, se solo si pensa a cosa sta accadendo in questi giorni, nell’ambito delle vicende che minano l’autorevolezza del Consiglio Superiore della Magistratura. Le asimmetrie di potere generate da questa vera e propria mafia, la “Cosa Nostra Forense”, necessitano di un suo autorevole intervento, affinché il Ministro della Giustizia, pur da me più volte ritualmente sollecitato in merito, ponga immediatamente fine a questo stato di cose, adottando ad horas i provvedimenti da me invano richiesti. Mi auguro che lei possa spendere tutta la sua autorevolezza affinché ciò accada, per salvaguardare ciò che resta di una professione ormai seppellita dal malaffare, dalla criminalità e dall’illegalità dilagante”.
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