Anno: XXV - Numero 66    
Giovedì 18 Aprile 2024 ore 13:00
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ANCORA UN NULLA DI FATTO PER L’EQUO COMPENSO

La riunione dei capigruppo del Senato che doveva procedere all’incardinamento del provvedimento è stata sconvocata. L’ennesimo rinvio fa infuriare i periti industriali.

ANCORA UN NULLA DI FATTO PER L’EQUO COMPENSO

“Oltre 2 milioni e mezzo di professionisti attendono il via libera del provvedimento in materia di equo compenso, un’attesa vincolata alla conclusione della riunione della capigruppo del Senato che definirà – attacca il presidente del Consiglio nazionale dei periti Industriali e dei periti industriali laureati Giovanni Esposito –  e il provvedimenti non risulta tra quelli che verranno chiusi in questi ultimi giorni di fine legislatura. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione. Poi, gli ulteriori miglioramenti potranno essere apportati in occasione della formulazione di futuri provvedimenti legislativi, ma ora non c’è tempo da perdere perché qualsiasi altra modifica porterebbe inevitabilmente alla decadenza del provvedimento. Un rischio che le professioni non possono permettersi”, termina la nota.  Disco verde invece agli aumenti della soglia esentasse per i fringe benefit: secondo quanto si apprende, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi sul decreto Aiuti bis è stata accolta la proposta di Iv, che già in passato aveva presentato emendamenti in questo senso, per riportare il tetto dei benefit aziendali detassati da 258 a 516 euro, come accaduto durante l’emergenza Covid. Un punto in più di taglio del cuneo, che arriva così all’1,8%, a partire dal primo luglio e fino alla fine dell’anno. È un anticipo di tre mesi della rivalutazione delle pensioni, con gli assegni che aumenteranno del 2% a partire da ottobre. Anche questo farebbe parte dello schema dei nuovi interventi su lavoro e pensioni che saranno introdotti con il decreto aiuti bis, illustrato dal governo ai partiti. Nel corso dell’incontro non sarebbero state quantificate le risorse necessarie per i due interventi. Confermato che la decontribuzione riguarderà i redditi fino a 35mila euro. 

 

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