ANC DENUNCIA I VERTICI DEI COMMERCIALISTI
Mancanza di trasparenza e gestione verticistica delle comunicazioni istituzionali.
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L’Associazione Nazionale Commercialisti esprime profonda preoccupazione per la gestione verticistica e non trasparente del presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Elbano de Nuccio, in merito alle recenti comunicazioni istituzionali indirizzate al Governo e al Ministero della Giustizia.
Le oltre 80 lettere di sostegno, citate nei principali organi di stampa come Il Sole 24 Ore, ANSA e Press Magazine, sono state trasmesse dal presidente al Governo come prova di un consenso diffuso. Tuttavia, tali lettere non risultano essere state condivise con i Consigli degli Ordini mittenti né derivano da alcuna consultazione con gli iscritti.
Tre consiglieri nazionali, De Tavonatti, Sanna e Mazza, sono stati costretti a presentare formale istanza di accesso agli atti per poter visionare documenti che, se davvero rivolti al Consiglio Nazionale, come dichiarato pubblicamente dal presidente, avrebbero dovuto essere immediatamente resi disponibili all’interno dello stesso. Sorprende che il presidente, pur avendoli già trasmessi all’esterno, invochi la “riservatezza” per non consegnarli ai colleghi.
È una contraddizione grave e che denuncia la mancanza di una base giuridica: non esiste alcuna norma che richieda l’autorizzazione dei firmatari per esibire documenti ufficialmente usati come rappresentazione del consenso. L’utilizzo politico delle lettere presso il Governo, in assenza di una formale deliberazione degli Ordini, è scorretto sotto il profilo istituzionale.
La gestione personalistica del CNDCEC viola i principi fondamentali di trasparenza, collegialità e partecipazione, generando una profonda crisi di legittimazione interna. La pubblica esposizione dei nomi dei consiglieri richiedenti l’accesso agli atti è inoltre inopportuna e rischia di configurarsi come una forma di pressione politica.
L’ANC richiama a un immediato ritorno alla trasparenza e alla correttezza istituzionale. La professione non è un terreno di propaganda né un feudo personale. La fiducia si costruisce con il confronto, non con le manovre messe in atto dal vertice della categoria.
Conseguentemente a quanto espresso, come preannunciato nel nostro comunicato del 23 maggio, l’ANC ha trasmesso ieri una nota alle Istituzioni competenti, tra cui la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero della Giustizia.
Si allega la lettera trasmessa ieri dall’ANC alle Istituzioni competenti.
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