Meloni e Schlein? Finalmente ci sono due coalizioni chiare
Due alleanze che iniziano ad avere un profilo politico, culturale e programmatico definito.
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È azzardato parlare già di una vera e propria democrazia dell’alternanza perché questo principio regge se c’è un rispetto reale e pubblico tra le due coalizioni, e non la voglia ricorrente di distruggere il nemico.
Piaccia o non piaccia con Giorgia Meloni da un lato ed Elly Schlein dall’altro abbiamo due coalizioni politiche che potranno confrontarsi con serietà, concretezza e trasparenza. Ovvero, due alleanze che iniziano ad avere un profilo politico, culturale e programmatico definito. Certo, sarebbe azzardato parlare già di una vera e propria democrazia dell’alternanza perché, come ben sappiamo, questo principio regge nella misura in cui c’è un rispetto reale e pubblico tra le due coalizioni e non la voglia o la tentazione ricorrente di distruggere l’avversario/nemico. Detto in altri termini, non può reggere a lungo una credibile e trasparente democrazia dell’alternanza quando una parte politica nega all’altra qualsiasi titolarità democratica e costituzionale. Cosa che, purtroppo, la sinistra teorizza sistematicamente quasi ogni giorno. Una tesi, questa, che è maggiormente funzionale alla deriva degli “opposti estremismi” che non ad una democrazia matura ed adulta che, come ovvio, non prevede e non contempla l’annientamento del nemico.
Ora, e detto questo, dobbiamo però dare atto a Giorgia Meloni e ad Elly Schlein che nel prossimo futuro ci sarà sempre più un confronto tra la sinistra e il centro destra. E, per entrare nello specifico, non possiamo non prendere atto che la coalizione guidata dalla Schlein sarà sempre più chiaramente una alleanza di sinistra. Ovvero una coalizione autenticamente progressista che sarà la sintesi della sinistra radicale e massimalista della Schlein, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle e la sinistra fondamentalista ed estremista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Una coalizione che, com’è altrettanto ovvio, non prevede la presenza attiva e determinante del Centro e ‘della politica di centro perché com’è altrettanto chiaro al di là della propaganda di rito, contempla solo un “diritto di tribuna” ai singoli protagonisti di quei cartelli elettorali e nulla più. Come sta emergendo concretamente dalle quotidiane dichiarazioni dei vari leader di sinistra. Una coalizione, comunque sia, che rappresenta in modo autentico, chiaro e legittimo la sinistra italiana in tutte le sue multiformi espressioni.
E, specularmente, il fronte alternativo si avvia ad essere sempre più una coalizione di centro destra. Certo, anche da quelle parti non mancano alcune contraddizioni. Come, ad esempio, la permanente vocazione populista e sovranista della Lega salviniana. Ma, e questo è l’elemento di maggior novità, nella coalizione guidata da Giorgia Meloni la componente centrista è forte, visibile e forse anche decisiva per il futuro stesso di questa alleanza. E questo per la semplice ragione che in quella coalizione il Centro ha un partito costitutivo l’alleanza stessa – e cioè Forza Italia – e, soprattutto, la “politica di centro” non è vista come un inciampo per un programma di governo ma, al contrario, come un elemento decisivo e determinante per il profilo stesso dell’alleanza.
Ecco perché, dopo il ritorno di un rinnovato e ritrovato bipolarismo, non possiamo non richiamare l’attenzione sul profilo squisitamente politico delle due coalizioni che sono destinate a fronteggiarsi d’ora in poi. Ovvero, una sinistra sempre più marcata, radicale e massimalista da un lato e un centro destra che, come auspicano ormai in molti, riesca a rafforzare il suo profilo moderato, centrista e riformista. Ed è attorno a questo doppio progetto che si giocherà il confronto politico nei prossimi mesi e nei prossimi anni. A cominciare, appunto, dalle ormai vicine elezioni regionali. E, per dirla in termini ancora più chiari, il “campo largo” o il “Fronte popolare” da un lato e un centro destra di governo dall’altro. Il tutto nella chiarezza del dibattito politico e nel recupero di una progettualità politica e di governo. Senza trasformismi e opportunismi vari. E, su questo versante, il contributo politico di Giorgia Meloni ed Elly Schlein è stato, almeno sino a questo momento – ma non abbiamo dubbi che sarà così anche nel futuro – alquanto chiaro e importante. Ed è per questo che dobbiamo salutarlo positivamente.
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