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Referendum giustizia, la Camera penale di Perugia: "Anche i magistrati sbagliano, la riforma è un'esigenza collettiva"

La replica dell'associazione di penalisti all'articolo dell'ex pm Giuliano Mignini: "Una riforma epocale, trasversale, nell’interesse del cittadino, indipendente da schieramenti politici, da bandiere, da colori"

Referendum giustizia, la Camera penale di Perugia:

Sei quesiti referendari per riformare la giustizia. Un percorso che Lega e Radicali hanno deciso di condividere e che anche la Camera penale ha deciso di sostenere. Si tratta di sottoporre al giudizio degli italiani l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati (già votata nel 1987, ma mai attuata), della custodia cautelare, della riforma del Csm e della separazione delle carriere.

Perugia Today ha ospitato un lungo articolo in cui l’ex pm perugino Giuliano Mignini nel quale si esprime controriamente a tutti i sei quesiti referendari. Un articolo che ha suscitato la replica dell’avvocato Valter Biscotti, responsabile delal Lega Perugia proprio del settore giustizia (VIDEO – Referendum giustizia, l’avvocato Biscotti replica al pm Mignini: “La volontà popolare è già stata tradita una volta”) e quella della Camera penale di Perugia, che ha dato il suo appoggio per la raccolta di firme.

“L’articolo di stampa pubblicato su Perugia Today in data 19 luglio 2021 dal titolo “Referendum sulla giustizia di Lega e Radicali, l’ex pm Mignini: Quesiti inutili su riforme sbagliate” impone una rispettosa, ma ferma replica, poiché, purtroppo, offre un quadro polemico su una prospettiva di riforma che, prima di essere politica, è espressione di un’esigenza collettiva.

Chi varca le aule di giustizia quotidianamente, sedendosi accanto alla parte privata, imputato o parte civile che sia, percepisce da tempo immemorabile gli effetti positivi che una riforma di tale natura potrebbe portare. L’editorialista si chiede, con toni a tratti meravigliati, a tratti polemici, perché i Radicali si stiano facendo promotori dell’iniziativa congiuntamente alla Lega. Non sfugge, invece, all’avvocatura che quella di cui trattasi è una riforma epocale, trasversale, nell’interesse del cittadino, indipendente da schieramenti politici, da bandiere, da colori.

Gli errori li fanno anche i magistrati, come li facciamo tutti. A volte sono errori di poco conto, a volte errori grossolani, altre volte molto gravi, che denotano una trascuratezza nell’analisi delle carte processuali ed inducono ad una interpretazione di esse completamente errata, a scapito della valutazione prognostica.

È naturale che l’editorialista abbia una sua opinione personale, che doverosamente rispettiamo, ma ci sentiamo di esprimerne una contraria, nella consapevolezza (ma non nella presunzione) che la maggior parte dei cittadini, che noi difendiamo in ogni veste, condivida la nostra posizione.

La più autorevole dottrina si interroga da innumerevoli anni sui confini entro i quali arginare i delicatissimi equilibri del giudizio, per tutti ricordiamo il professor Alessandro Giuliani con il suo noto ed interessantissimo testo ‘La responsabilità del giudice’.

Il tema non è nuovo ed è giusto che la politica, tutta, si interroghi e si confronti sul punto.

Seppure alcuni passaggi dell’editoriale, pur nei contenuti non condivisibili, costituiscano serene prese di posizione da parte dell’ex pm, i toni accesi e polemici dei commenti sulla separazione delle carriere sono inqualificabilmente denigratori e offensivi nei confronti dell’avvocatura penalista ‘Separazione delle carriere. Serve a garantire l’autostima dei penalisti, frustrati, dopo l’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, dal fatto che la parità delle parti sia rimasta solo parziale’. Orbene, nessuno dei nostri iscritti ha certamente bisogno, per ‘garantire’ la propria ‘autostima’ ed evitare di sentirsi un ‘frustrato’, di farsi sostenitore di opinioni di riforma ‘del sistema di reclutamento dei magistrati o della loro responsabilità.

Intendiamo pertanto stigmatizzare fermamente l’uso delle espressioni collettivamente ingiuriose, offensive dell’onore e del decoro effettuato dall’ex procuratore dottor Mignini nei confronti di tutta l’avvocatura penalista, che, non è né si sente minimamente ‘frustrata’, ma anzi, costantemente orgogliosa e fiera di avere l’onore e l’onere di esercitare quotidianamente il diritto di difesa, costituzionalmente garantito”.

 

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