Anno: XXV - Numero 66    
Giovedì 18 Aprile 2024 ore 13:00
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L'incontro Meloni-Nordio sancisce i prossimi passi per la riforma della giustizia

Il crono programma del governo è confermato. Si parte con l'abuso d'ufficio, con il traffico di influenze e il processo di digitalizzazione della macchina giudiziaria. Pressing da Berlusconi e Terzo Polo

L'incontro Meloni-Nordio sancisce i prossimi passi per la riforma della giustizia

Si parte con l’abuso d’ufficio, con il traffico di influenze e il processo di digitalizzazione della macchina giudiziaria. Di norme sulle intercettazioni e sulla separazione delle carriere se ne parlerà più avanti. Il crono programma del governo sulla riforma della giustizia è confermato dopo l’incontro tra il presidente del Consiglio e il Guardasigilli. Attorno ad un tavolo a palazzo Chigi, quaderno e penna in mano, Giorgia Meloni e Carlo Nordio sono rimasti per tre ore. Per parlare dei provvedimenti da portare avanti e del metodo da adottare, senza però scendere nei dettagli.

Alla fine stretta di mano e grande sintonia, viene riferito. Del resto il Guardasigilli, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha teso la mano alle toghe. “Ogni futura riforma, invece, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura”, ha sottolineato.

“Autonomia e indipendenza della magistratura costituiscono un pilastro della nostra democrazia, garantita dalla Costituzione. Sono principi inderogabili, che hanno accompagnato tutta la mia lunga attività professionale in Procura”, ha rimarcato.

Parole apprezzate dal presidente del Consiglio (e dall’Anm) che ha invocato nei giorni scorsi la strada del dialogo e oggi indica quale, a suo dire, deve essere l’obiettivo dell’esecutivo. “Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo Governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile”, ha osservato il premier.

Prima di approfondire gli interventi da portare avanti anche il premier attende di leggere i testi. Nordio ha specificato che quello della giustizia “è un cantiere sempre aperto” e, dunque, al momento non è prevista alcuna accelerazione sui nodi più ‘divisivi’. Ma da una parte Berlusconi, dall’altra il Terzo Polo sono in pressing. “Ai sacrosanti impegni del nostro ministro Nordio devono seguire i fatti, le norme su cui lavorare concretamente in Parlamento sono assolutamente importanti. Però Nordio ha indicato la strada giusta, finalmente una strada garantista, che per noi è irrinunciabile”, dice Berlusconi.

“Una riforma della giustizia che tuteli la libertà dei cittadini, lo stato di diritto, la professionalità dei magistrati seri, la terzietà dei giudici è una delle ragioni per le quali esiste questo governo. Su questo è d’accordo non soltanto l’intera maggioranza, ma anche una parte dell’opposizione”, rimarca l’ex premier.

“La riforma della giustizia è chiesta più o meno da tutti i partiti, negli ultimi venti anni credo. È ora di farla”, l’auspicio di Calenda. Il timore tra i centristi è che le riforme di Nordio vengano ‘annacquate’. La convergenza tra il Terzo polo e Forza Italia sul tema della giustizia è confermata anche dagli atti parlamentari.

Alla Camera con la battaglia sulla separazione delle carriere (c’è un testo di Costa di Azione ed è stato depositato un altro nella stessa direzione che porta la firma dell’azzurro Calderone). Al Senato Forza Italia e il Terzo polo, secondo quanto apprende l’AGI, hanno anche depositato un disegno di legge insieme. Firmato dal capogruppo forzista in Commissione Giustizia Zanettin e dall’ex sottosegretario renziano Scalfarotto. È per arginare l’uso dei trojan.

“Modifiche agli articoli 266 e 267 del codice di procedura penale, in materia di utilizzo del captatore informatico nei procedimenti per i delitti contro la pubblica amministrazione” si legge nel testo: “Se da un lato l’utilizzo del trojan, introdotto nell’ordinamento penale italiano con la legge 23 giugno 2017, n. 103 – cosiddetta riforma Orlando – rappresenta lo strumento più penetrante ed efficace nel contrasto alla commissione di reati ritenuti di particolare gravità di tipo associativo e di terrorismo, dall’altro – scrivono i proponenti – è lo strumento che più viola la sfera di intimità dell’intercettato, con l’evidente rischio di una diversa destinazione d’uso atto a violare la privacy degli individui, nonostante la Corte di cassazione abbia confermato che vada esclusa la riconducibilità del trojan agli strumenti di pressione sulla libertà fisica e morale il cui uso è vietato dall’articolo 188 del codice di procedura penale”.

Il disegno di legge, insomma, punta a modificare gli articoli 266 e 267 del codice di procedura penale, volte a prevedere l’esclusione dei reati contro la pubblica amministrazione dall’utilizzo del trojan nelle indagini. Sulla separazione delle carriere insiste pure la Lega che proprio a palazzo Madama ha presentato un suo testo. Nel programma del centrodestra la riforma è una delle priorità. Ma ora il governo affronterà altri dossier, a partire appunto dal traffico di influenze e l’abuso di ufficio. La volontà è di non procedere a strappi.

Sull’abuso di ufficio si registrano sensibilità diverse nella maggioranza (Fdi è per modificare la legge, FI punta a un intervento più incisivo) ma “l’accordo si troverà facilmente”, dicono nella maggioranza. “Mi auguro che riusciremo a fare nel corso dei cinque anni la riforma della Giustizia di cui tutti parlano da decenni, visto che la Cartabia non ha toccato nulla”, dice il segretario della Lega Salvini. Fdi rimarca che l’incontro tra Meloni e Nordio sia la testimonianza del pieno sostegno del premier al Guardasigilli e di come l’intenzione sia quella di procedere compatti.

“Sono stati smentiti i gufi”, il ‘refrain’. “Non penso che Meloni voglia frenare Nordio, Nordio ha tutta la fiducia della premier e di questa maggioranza e il fronte garantista è ampio”, sottolinea il ministro della Difesa Crosetto.

Fonte Agi

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