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Il Coa di Roma fornisce a sue spese 15 unità di personale agli uffici giudiziari

Lo annuncia il Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta, all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario del Distretto della Corte d'Appello di Roma.

Il Coa di Roma fornisce a sue spese 15 unità di personale agli uffici giudiziari

“Né la riforma Cartabia né altri progetti di riforma renderanno più efficiente la macchina della Giustizia senza interventi finalizzati ad una migliore organizzazione degli Uffici Giudiziari, a cominciare dall’intera copertura dell’organico dei Magistrati e del personale amministrativo”.

Così il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta, all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Distretto della Corte d’Appello di Roma

Se è vero infatti che “la lentezza dei processi arreca pregiudizio non solo al nostro tessuto economico e allo sviluppo degli investimenti stranieri in Italia, ma viola anche il principio di legalità… ed è quindi  necessario procedere, ora e con urgenza, a riforme organiche”, è altrettanto vero che senza investimenti adeguati le riforme resteranno lettera morta, mancando il personale per velocizzare l’attività degli uffici.

Già adesso, ricorda Nesta, “il Coa di Roma svolge da anni un significativo ruolo di supporto ai vari Uffici Giudiziari romani, accollandosi il relativo onere economico, per supplire alle carenze di organico… Attualmente, l’Ordine degli Avvocati di Roma fornisce agli Uffici Giudiziari di Roma 15 unità lavorative per un costo complessivo a suo carico di circa 450.000 euro l’anno”. 

Fra gli altri temi trattati, l’importanza di procedere decisi verso “un incremento e una maggiore utilizzazione della tecnologia informatica, che, però, dovrà essere posta nelle condizioni di funzionare effettivamente… si avverte la necessità, non più eludibile, di un’unica piattaforma, che sostituisca i sei canali di deposito e di consultazione oggi esistenti (civile, penale, amministrativo, tributario contabile e sportivo), oltreché della digitalizzazione del Giudice di Pace”.

Ma attenzione, velocità del processo e digitalizzazione non siano pretesto per derive giustizialiste. “Non è condivisibile né accettabile – conclude Nesta – che in nome di un preteso efficientismo e di una rapida definizione dei processi, sia compresso ingiustificatamente il diritto di difesa”. Anzi “l’Avvocatura, quale componente essenziale della giurisdizione, ha il dovere di verificare la piena attuazione dei principi fondamentali della giurisdizione stessa e, tra questi, il principio della parità delle parti nel processo”. Ad oggi sostanzialmente inattuato o attuato solo in parte.

 

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