Gli Avvocati giudicano la professionalità dei magistrati
La procedura, già abbozzata dal governo Draghi-Cartabia e attuata nel 2022 da quello Meloni-Nordio.

viene sperimentata per la prima volta dall’Ordine degli Avvocati di Milano attiva una apposita nuova piattaforma per consentire ai legali iscritti di inviare segnalazioni riguardanti magistrati e cancellieri degli Uffici Giudiziari ambrosiani.
La delicatezza della procedura è evidente: se mal dosata, può prestarsi a usi strumentali, volgersi in indebita interferenza sull’indipendenza esterna dei magistrati da parte magari di controparti «interessate» in una singola causa civile o in un certo procedimento penale, veicolare indebiti tentativi di pressione, far balenare la conformistica convenienza di buoni rapporti con l’avvocatura ai fini di una serena progressione in carriera. «Questa piattaforma – prospetta invece l’Ordine con intenti rassicuranti – ha l’obiettivo di contribuire a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario, offrendo agli avvocati e ai praticanti uno strumento attraverso il quale segnalare non solo disfunzioni o criticità, ma anche aspetti positivi e virtuosi da parte degli Uffici Giudiziari».
In realtà è inevitabile che per gli avvocati – che già hanno diritto di tribuna su tutte le questioni organizzative degli uffici – questo sarà per lo più lo strumento tecnico attraverso il quale convogliare le segnalazioni di aspetti negativi dei magistrati, le quali potranno poi essere fatte proprie dall’Ordine (tramite un voto unitario affidato ai propri rappresentanti in seno al Consiglio giudiziario composto invece in larga maggioranza da magistrati) nei casi in cui la componente forense è appunto ammessa dalla legge a votare anche un particolare tipo di delibere: quelle con cui questi organismi dell’autogoverno locale, terminali del Csm, esprimono i pareri sulle valutazioni di professionalità dei magistrati da inviare appunto al Consiglio superiore della magistratura, che poi prenderà la decisione definitiva.
«Queste segnalazioni riguardanti i magistrati, relative a situazioni che possano influire sulla loro professionalità, dovranno fare riferimento a fatti concreti, come comportamenti che evidenziano una mancanza di indipendenza nella funzione giurisdizionale o di adeguatezza nella preparazione giuridica». E giá qui si apre tutto un mondo di dubbi, perché la valutazione della «adeguatezza della preparazione giuridica» (a parte la buffa asimmetria cui viene da pensare quando nei processi capita di ascoltare legali avventurarsi in spericolate tesi giuridiche) confina pericolosamente con il merito dei processi istruiti, già sottoposto al vaglio dei tre gradi di giudizio.
L’Ordine, impegnandosi a «trattare tutti i dati personali inseriti nella piattaforma in conformità con le normative vigenti sulla privacy, garantendo correttezza, liceità e trasparenza», spiega come opererà un proprio filtro volto appunto a disinnescare eventuali intenti strumentali da parte degli avvocati segnalatori: «Dopo un’analisi approfondita da parte di una commissione consiliare, le segnalazioni ritenute significative e fondate verranno trasmesse ai capi degli uffici. Inoltre, potranno essere utilizzate dall’Ordine per esprimere pareri sulla professionalità dei magistrati per le nomine e le conferme degli incarichi direttivi».
Corriere della Sera
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