Giustizia medievale solo per ricchi
Nel Ddl di Bilancio, prima si paga, poi si fa causa.

Fermo rifiuto da parte dell’Organismo Congressuale Forense alla formulazione, resa nota in queste ore, dell’art. 192 del Ddl di Bilancio, che prevede il pagamento anticipato del contributo unificato per iscrivere la causa civile al ruolo, pena la nullità del ricorso.
Secondo gli Avvocati Ocf, una riforma del sistema che contrasta apertamente con l’art. 24 della Costituzione (su questo si vedano precedenti analoghi della Corte Costituzionale) e trova la ferma contrarietà dell’Organismo Congressuale Forense, convocato in assemblea straordinaria sul punto per la giornata di domani.
“L’accesso alla Giurisdizione deve essere assicurato a tutti, senza discriminazioni di censo e senza che l’entità dei costi costituisca elemento dissuasivo – spiega Giovanni Malinconico, coordinatore OCF – così come rivendicato nel Manifesto dell’Avvocatura Italiana per l’effettività della tutela dei diritti e per la la salvaguardia della Giurisdizione approvato dal Congresso Nazionale Forense su iniziativa dell’OCF”.
Per far comprendere appieno la rilevanza della questione, basti dire che il contributo unificato varia a seconda del valore della causa e in determinate circostanze può ammontare a diverse migliaia di euro. Non solo. La norma, per come formulata, sembra prevedere il rigetto della domanda anche nel caso in cui il pagamento risulti errato per un calcolo sbagliato sul valore della controversia.
“SI tratta di una disposizione che, col pretesto di combattere l’evasione, si mostra punitiva non tanto verso l’avvocatura, quanto verso gli utenti i cui diritti gli Avvocati difendono – conclude Malinconico – col risultato che chi ha meno disponibilità economiche potrebbe rinunciare a chiedere giustizia. Un ritorno al Medioevo”.
Per contrastare la riforma, l’Organismo Congressuale Forense non esclude il ricorso a qualunque strumento, inclusa l’agitazione della categoria.
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