Esame da avvocato, la polemica: «Candidati, professionisti di serie C»
Lo denunciano, in una nota, i rappresentanti di alcune associazioni, come Upavv e Ligavv
I rappresentati dei praticanti stanno organizzando una manifestazione di piazza, per il 4 giugno, «non appena verrà allentata la stretta del lockdown». Le associazioni proclamano lo stato di agitazione e non escludono proteste in forma di sit-in presso le singole Corti d’Appello sul territorio nazionale. Per le professioni di dottore agronomo e dottore forestale, agrotecnico, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, geometra, ingegnere, perito agrario, perito industriale, psicologo, odontoiatra, farmacista, veterinario, tecnologo alimentare, dottore commercialista, esperto contabile e revisore legale «la disciplina ordinaria è derogata», ad eccezione degli aspiranti avvocati che, sostengono i rappresentanti delle associazioni, «sosteranno la loro prova abilitativa in una sola modalità, ovvero, l’orale nel periodo di emergenza covid». «La bozza del testo dell’art. 240-quater del DL Rilancio (che dovrebbe disciplinare la ripresa delle correzioni ndr) – sostengono ancora i rappresentanti delle associazioni – non solo non raccoglie le preoccupazioni di molti aspiranti avvocati che hanno sostenuto la prova scritta nello scorso dicembre, ma non fa altro che investire le sottocommissioni di poteri discrezionali e oneri che non gli competono con una norma lacunosa e imprecisa. Ancora una volta il Governo ha deciso di non decidere, limitandosi ad utilizzare formule di stile e fantasia giuridica», sostengono Majolo, Torta, Savasta, Prisciano e Bellodi. A conti fatti, secondo gli aspiranti avvocati, «nessun candidato della sessione 2019 otterrà l’abilitazione nell’anno 2020 ed anzi, a fronte di detta norma, tutti gli aspiranti avvocati d’Italia dovranno sostenere senza alcun dubbio nuovamente l’ esame scritto nel mese di dicembre prossimo venturo».
Da Il Mattino
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