Avvocati, nel 2021 in 5 mila hanno già appeso la toga al chiodo.
Una fuga in piena regola.
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L’ allarme arriva direttamente dai dati del Consiglio Nazionale Forense: si registra un’evidente emorragia delle iscrizioni che avviene indistintamente a macchia di leopardo in tutto lo stivale. In qualche Albo territoriale però si evidenziano dei veri e propri picchi. All’albo di Torino, per esempio, quest’anno ci sono state 276 cancellazioni e sono in calo anche i praticanti. A Napoli: nei primi se mesi dell’anno circa 70 avvocati hanno chiesto la cancellazione dall’albo, mentre l’albo degli avvocati di Modena, per la prima volta, registra più cancellazioni di esperti del diritto che iscritti a cui si aggiunge il -9% di praticanti. A dimostrare ancor più le difficoltà della professione, l’anno scorso, sempre in Piemonte, un legale su due ha chiesto al governo il ristoro da 600 euro. Fuga dalla professione forense anche nella capitale.
A Roma nel 2020 si sono cancellati ben 610 avvocati e anche nel 2021 il numero delle cancellazioni è in crescita, fanno sapere dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma. Oggi gli iscritti romani sono 26.194 (14.500 uomini e 11.694 donne). Nella fascia il 25-30 anni il numero di iscritti è basso ed è pari a 869 colleghi. I motivi per cui gli avvocati decidono di appendere la toga al chiodo e riconsegnare indietro il tesserino sono molteplici: un futuro della professione troppo incerto, una concorrenza spietata, i redditi che calano di anno in anno. E poi da quest’anno c’è una novità: i bandi del ministero della Giustizia che fanno gola a molti. Di tratta di più di 30 mila posti (molti dei quali a tempo indeterminato) che aprono nuove prospettive ai laureati in giurisprudenza. Insomma tra i togati torna la voglia del posto fisso. Basti pensare che si parla di 8.171 giovani giuristi con contratti a tempo determinato, con funzione di supporto all’attività dei magistrati. Un successivo bando avrà ad oggetto un secondo contingente di addetti all’Ufficio per il Processo di analoga consistenza.
Accanto al reclutamento di questi complessivi 16.500 addetti, saranno immesse in servizio, per contribuire all’abbattimento dell’arretrato e supportare le altre linee di progetto in materia di digitalizzazione e edilizia giudiziaria, anche ulteriori 5.410 unità di personale diplomato e laureato con diverse qualifiche tecniche e giuridico-amministrative. Ci sono posti per cancelliere, funzionario di cancelleria, per direttore amministrativo e quelli degli enti locali e delle regioni. È ovvio che la ripresa dei concorsi pubblici ha un forte impatto sul calo delle iscrizioni all’albo degli avvocati. Per tanti anni in Italia i concorsi sono stati congelati. Per i laureati in giurisprudenza l’approdo naturale era l’avvocatura, ora, con tanti concorsi in rampa di lancio, in molti cambiano rotta. Forse si tratta degli stessi che non avrebbero mai fatto l’avvocato se da subito ci fossero state strade alternative e maggiori opportunità di lavoro in ambito giuridico. Quindi, dopo anni passati a ripetere che in Italia ci sono troppi avvocati rispetto alle richieste del mercato, qualcosa sembra cambiare.
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