Avvocati mortificati pure dalle Entrate
Critiche dal Movimento forense alla norma sui pagamenti della Pa e al regolamento dell'Agenzia.
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Il Movimento forense, il sindacato presieduto da Elisa Demma, torna sulla norma in Legge di Bilancio sui pagamenti da parte della Pa che, malgrado la riformulazione, presenta “criticità strutturali irrisolte: permane, infatti, una disparità di trattamento che non trova giustificazione”, perché “mentre ad altri soggetti è riconosciuta una soglia di salvaguardia fino a 5.000 euro e la possibilità di opporsi alle pretese erariali, ai professionisti – e in particolare agli avvocati – continua ad applicarsi un meccanismo di compensazione automatica che preclude ogni forma di difesa preventiva, anche in presenza di crediti prescritti, annullati, non notificati o mai dovuti nel merito”.
E si tratta, recita una nota, di “una compressione del diritto di difesa e del diritto al compenso si inserisce in un contesto più ampio e allarmante, che trova ulteriore conferma nel nuovo Regolamento adottato da Agenzia delle Entrate – Riscossione per la costituzione della ‘short list’ degli avvocati fiduciari.
Un regolamento che, per contenuti e impostazione, riduce la funzione difensiva a mera prestazione a basso costo, mortificando la dignità dell’Avvocatura e incidendo negativamente sulla qualità della tutela giurisdizionale”.
Secondo il Movimento forense, il ‘filo rosso’ che “lega la compensazione automatica, il nuovo regolamento delle Entrate e le ulteriori misure recentemente prospettate in sede di legge di bilancio è evidente: l’Avvocatura viene progressivamente assimilata a una categoria strutturalmente inadempiente o sacrificabile, da assoggettare a regimi eccezionali, automatismi e logiche di massimo ribasso, con un uso selettivo e distorsivo della forza della legge”.
Pertanto, il sindacato “continuerà a vigilare e a promuovere ogni iniziativa utile a contrastare derive normative e regolamentari che ledono la dignità della professione forense, sollecitando un confronto serio e responsabile con le istituzioni politiche e forensi affinché le scelte future siano improntate a equità, ragionevolezza e rispetto dei principi costituzionali”.
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