Lettera del segretario Anaao, Pierino di Silverio
Una possibilità concreta dovrebbe partire da basi comuni e accessibili.
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Questo modello di fatto immette nelle università 60000 studenti senza la dotazione di spazi e docenti a sufficienza per garantire qualità formativa e peraltro con discrepanze di offerta tra i diversi atenei con l’aggravante di dover studiare tre materie cardine in soli tre mesi (in precedenza si studiavano in 6 mesi con possibilità anche di ulteriori appelli).
Peraltro, la metodologia di selezione basata su test finali butterà fuori studenti anche con medie alte senza una logica di scelta totalmente meritocratica.
Esiste una differenza sostanziale tra facoltà di medicina e altre facoltà. Medicina è un corso con frequenza obbligatoria proprio perché le materie base della conoscenza della medicina fino ad oggi sono state insegnate e corredate da laboratori didattici a piccoli gruppi ed esercitazioni in un tempo di insegnamento e apprendimento ‘normale’.
Questa riforma, che invece prevede una formazione online, riduce i tempi di studio e di insegnamento e di conseguenza, inevitabilmente, la qualità dell’apprendimento.
Il tempo spendibile è un’illusione perché la legge italiana produce caos: chi non entrasse a medicina e optasse per un’altra facoltà, per i primi 6 mesi non potrebbe sostenere esami e di conseguenza perdendo di conseguenza un anno. E abbiamo già l’età media di laurea tra le più alte d’Europa.
Il cambio degli elementi all’interno del quiz è l’unico elemento davvero utile e positivo della riforma, ma il Ministro dell’università poteva tranquillamente limitarsi a questo fornendo agli studenti bibliografia unica da cui studiare, offrendo corsi di preparazione gratuiti.
Che ci siano corsi aggiuntivi per le famiglie è innegabile anche perché qualora lo studente non entri a medicina non è detto che poi entri in un’altra facoltà nella stessa città.
I costi non solo in termini economici, ma anche organizzativi da non sottovalutare. Ricordiamoci sempre che lo studente è un ragazzo che per 6 mesi vivrà in un limbo senza conoscere il suo futuro, preoccupazione questa che proviene proprio dagli studenti.
Non dimentichiamo inoltre che al di là delle diverse idee, forse sarebbe il caso di ascoltare le opinioni di chi questa riforma l’ha subita (e non sono positive né quelle dei docenti né quelle degli studenti).
La carenza di medici non ha niente a che vedere con questa riforma. È invece direttamente correlata all’aumento spropositato e senza senso e alla programmazione dei posti a medicina che produrranno (questi sono dati e non opinioni) una pletora medica tra 10 anni che non consentirà a tutti di entrare nel mondo del lavoro, riproducendo quei camici grigi che tutti abbiamo denunciato e combattuto fino a qualche anno fa. Ma la memoria di noi italiani è corta.
Purtroppo, questa riforma produrrà effetti devastanti sulla qualità formativa ed è una vera e propria illusione per la metà degli studenti oggi iscritti, proprio perché manca di trasparenza e prospettiva.
E non riesce a cambiare proprio quello che voleva cambiare.
Il destino dello studente si deciderà comunque con un test non più in un’ora ma in 75 minuti.
Se questo è un passo avanti… Ai posteri l’ardua sentenza.
Pierino di Silverio segretario nazionale Anaao
Lettera in risposta al doosto U.S.tt. Pirichello da noi pubblicata il 29 U.S.
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