Sì alla separazione delle carriere, per ragioni di sinistra
Augusto Barbera. “Sì alla separazione delle carriere, per ragioni di sinistra.
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L’ex presidente della Corte costituzionale e ex parlamentare Pds scrive al Foglio: una naturale conseguenza della riforma Vassalli. Quando Togliatti giudicava “democraticamente inaccettabile” la piena autonomia della magistratura, e altre chicche dalla Costituente
Augusto Barbera, già presidente della Corte costituzionale, scrive su Il Foglio sostenendo che “la separazione delle carriere e il sorteggio del Csm non subordinano i pm alla politica” e che si tratta di “una riforma liberale divenuta inevitabile dopo la riforma Vassalli”. Barbera avverte di vigiliare contro le tifoserie: “Prevalgono ragioni di schieramento: chi è con la maggioranza vota sì, chi è contro vota no”, e invita a “evitare argomenti artefatti”.
Nella lettera afferma che “è quanto sta per ripetersi: chi è a favore della attuale maggioranza sarà spinto a votare Sì chi è contro sarà indotto a votare “no”. Si ripeterà quanto accaduto bocciando la (per me ottima) riforma Renzi? Non mi piacciono le tifoserie ma non voglio demonizzare nessuna posizione: anche la “politique politicienne” ha le sue logiche. Logiche non commendevoli, che possono anche meritare rispetto; ma a due condizioni. La prima: che si evitino argomenti artefatti. Fra i tanti sento ripetere che dopo la riforma Cartabia pochi sono i passaggi dall’una all’altra carriera; verissimo ma giudici e pm sono rimasti insieme nel medesimo Csm (i pm a giudicare le carriere degli altri giudici e viceversa) e soprattutto raggruppati nelle medesime correnti in esso presenti. Sono lontani i tempi – fine anni Sessanta – in cui la divisione in correnti dei magistrati rifletteva due diverse letture della Costituzione ed è andata crescendo la loro sgradevole natura di gruppi di pressione e di potere”.
Insomma, Barbera punta il dito sulle correnti nel Csm: “Giudici e Pm sono rimasti insieme nel medesimo Csm e nelle stesse correnti, divenute gruppi di pressione e di potere”. Sul richiamo a Calamandrei, critica l’agiografia: “Richiamo suggestivo ma privo di senso; la storia va rispettata”, visto che le proposte di Calamandrei prevedevano un “ordine autonomo” e un “commissario della giustizia” ponte con la politica, modello poi non accolto integralmente.
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