Ripartire dalla semplificazione
Sull'Economia del Corriere della Sera il commento del Presidente del Cno, Rosario de Luca, sulla Manovra 2023
In evidenza

Sulle riforme strutturali annunciate per il 2023 dall’Esecutivo “un impulso positivo nonostante il Governo sia entrato in corsa nella gestione della Legge Finanziaria”. Il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca,fa una prima analisi della Manovra 2023 sulle pagine de “L’Economia del Corriere della Sera”, esprimendo ottimismo per i prossimi mesi e aspettative alte soprattutto sul fronte lavoro, dove si attendono interventi in materia di previdenza, politiche attive, sicurezza e semplificazioni. Proprio su quest’ultimo tema è inevitabile il richiamo al Decreto Trasparenza (D.Lgs. n. 104/22), considerato “un provvedimento del tutto inutile, perché ha creato un enorme aggravio di oneri burocratici per i datori di lavoro nella gestione dei rapporti con i dipendenti, senza produrre alcun vantaggio per i lavoratori”. La ricetta per semplificare, secondo il Presidente, è eliminare gli adempimenti inutili, “che si traducono in costi per le aziende in termini di tempo e risorse”. In chiusura, un accenno all’interlocuzione tra governo e Ordini professionali e al tema dell’equo compenso ai professionisti, per il quale da anni si chiede una norma dirimente. “In Parlamento è depositato un testo di legge organico e completo, che garantirebbe ai professionisti una retribuzione adeguata alla quantità e qualità della prestazione, ma ribadendo il sacro principio che la prestazione gratuita non può essere contemplata”, ha così concluso.
Altre Notizie della sezione

Modernizzare le professioni per affrontare le sfide del futuro
18 Settembre 2025A Due di Denari l’intervento del Presidente di ProfessionItaliane sulla riforma degli ordinamenti professionali.

Torna l’assalto alla diligenza
17 Settembre 2025Si sta parlando di introdurre nella prossima legge di bilancio una norma in base alla quale il TFR di chi verrà assunto per la prima volta dal 2026 in poi, finirà obbligatoriamente nei fondi pensione, a meno che l’interessato, entro sei mesi non dichiari di volerlo tenere in azienda.

La parola ai cittadini: cambiare le regole del gioco
15 Settembre 2025Dal voto diretto dei rappresentanti a un governo più forte: due proposte popolari arrivano in Parlamento per rimettere al centro la volontà degli elettori.