Anno: XXV - Numero 85    
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L’incrocio tra i dati del rapporto CENSIS sull’avvocatura e il bilancio tecnico al 31.12.2020: la situazione è grave e seria

Se gli avvocati leggessero questi due documenti che sono ufficiali e si rinvengono sul sito istituzionale di Cassa Forense, avrebbero il quadro esatto della situazione della professione forense e della previdenza forense.

L’incrocio tra i dati del rapporto CENSIS sull’avvocatura e il bilancio tecnico al 31.12.2020: la situazione è grave e seria

Ma così, purtroppo, non è se è vero, com’è vero, che solo 30.231 avvocati hanno partecipato al sondaggio Censis di gennaio 2022 su 241.830 iscritti a Cassa Forense, secondo quei rilevamenti, con un percentuale quindi del 12,50% con la conseguenza che il 87,50% non ha partecipato al sondaggio, probabilmente perché non ne era a conoscenza o perché non interessato o perché impegnato in altre incombenze.

Il quadro è quindi “desolante” per usare un termine edulcorato.

Alla pag. 37 del Rapporto Censis si leggono questi dati:

«I giudizi sulle aspettative riguardanti l’adeguatezza delle pensioni future, rilevati direttamente attraverso il questionario d’indagine, fanno emergere una diffusa preoccupazione. Soltanto il 3,8% degli avvocati intervistati ritiene che il livello della pensione percepita una volta terminata l’attività professionale potrà corrispondere alle proprie esigenze future. A questi si aggiunge un altro 3,5% che prevede di riuscire ad ottenere un trattamento pensionistico adeguato solo grazie alla contribuzione modulare e ai piani pensionistici assicurativi che sta effettuando. Per tutti gli altri, cioè più del 90% del campione, le aspettative sono pessimistiche o incerte: il 12,0% si attende che il reddito da pensione sarà comunque insufficiente nonostante stia effettuando versamenti aggiuntivi volontari; il 48,1% si aspetta in ogni caso una pensione inadeguata, mentre il 32,7% non è in grado di fare una previsione. Anche alla luce delle preoccupazioni degli avvocati riguardo alla propria pensione futura, assumono particolare importanza i giudizi espressi sulle iniziative da intraprendere per riuscire a garantire un reddito adeguato anche successivamente alla conclusione dell’attività professionale. In particolare, poco più della metà degli intervistati (50,7%) auspica una maggiore diffusione del ricorso agli istituti del “riscatto” e della “retrodatazione” del periodo di competenza; inoltre, il 37,3% si dichiara favorevole alla promozione della pensione complementare volontaria tramite contribuzione modulare e piani individuali pensionistici. Solo l’8,7% del campione ritiene necessario aumentare la percentuale del contributo soggettivo, costatando che quella attualmente applicata all’imponibile Irpef è di molto inferiore a quella prevista per il lavoro dipendente».

A tale riguardo faccio presente che gli avvocati iscritti a Cassa Forense che dichiarano un reddito da € 50.300,00 a € 100.700,00 sono 20.175, pari al 8,3% del totale, mentre gli iscritti che dichiarano oltre il tetto pensionabile di € 100.700,00 sono 15.798, pari al 6,5%.

Il dato dell’8,7% degli avvocati che si dichiara favorevole ad aumentare la contribuzione in Cassa Forense può essere interpretato in tanti modi:

– l’8,7% rappresenta la vera avvocatura;

– l’8,7% soltanto capisce di previdenza e sa leggere il bilancio tecnico al 31.12.2020 mentre, come abbiamo visto, il 90% degli intervistati si dichiara pessimista o incerto sul futuro.

L’affluenza al referendum di domenica 12 giugno è stata del 20,9 % il che la dice lunga sul concetto di democrazia nel nostro Paese.

A questo punto se gli avvocati leggessero almeno le considerazioni finali con la tabella del tasso di sostituzione (rapporto tra l’ultimo reddito percepito e il primo rateo di pensione) di cui alla pag. 25 del Bilancio tecnico specifico di Cassa Forense al 31.12.2020, avrebbero il quadro esatto della situazione per uscire dalla quale a me pare indifferibile e INELUDIBILE  l’aumento della contribuzione.

«

  1. Considerazioni finali

Con riguardo alle variabili strategiche utili a valutare le condizioni di sostenibilità economico-finanziario della Cassa sul periodo di proiezione di 50 anni si evidenzia quanto segue:

  • un graduale peggioramento del saldo previdenziale con un punto di break-even nell’anno 2041;
  • in conseguenza di quanto sopra un graduale peggioramento del saldo totale di gestione con un punto di break-even sull’anno 2049;
  • e dunque con un livello di copertura del patrimonio rispetto alla riserva legale in flessione dal 3,38 allo 0,8 al termine dei 50 anni di proiezione».

Il bilancio tecnico attuariale è fondamentale per la valutazione della stabilità finanziaria di enti gestori di forme di previdenza obbligatoria con la gestione finanziaria a ripartizione in quanto le prestazioni sono scollegate in molto  dalle entrate contributive.

C’è un enorme problema di concentrazione del PIL della avvocatura nelle mani di pochi avvocati che corrispondono sì il 3%, a titolo di solidarietà al sistema, ma tale contribuzione non è più sufficiente a garantire la sostenibilità.

È vero che aumentare tale prelievo comporta dei rischi seri ma ritengo che un legislatore lungimirante, e non pressato dal voto della rielezione in CDD, lo debba affrontare rimodulando la contribuzione secondo criteri di progressività per scaglioni di reddito prima che sia troppo tardi perché le conclusioni del BT 2020, dopo i precedenti libri dei sogni che stimavano una progressione della patrimonializzazione fuor di misura, non consentono di traccheggiare oltre, intelligenti pauca. Perché dico questo?

Perché «le regole che devono presiedere all’equilibrio gestionale dei nuovi enti privatizzati hanno introdotto accanto alle riserve tecniche una “riserva legale”, pari ad almeno cinque annualità dell’importo delle pensioni in pagamento, prevedendo l’obbligo della redazione almeno triennale di un “bilancio tecnico”, i criteri di trasparenza che devono presiedere ai rapporti con gli iscritti, nonché i poteri di vigilanza affidati al Ministero del lavoro (il quale, oltre ad approvare gli statuti istitutivi ed i regolamenti, verifica l’andamento gestionale e formula, se necessario, gli opportuni rilievi» (Ministero del Lavoro, sito istituzionale).

Ebbene la Tab 8.2 di pag.23 del Bilancio tecnico 2020 ci dice che dal 2066 il patrimonio sarà inferiore alla RISERVA LEGALE e tale rapporto andrà peggiorando sino alla fine del periodo di osservazione cioè al 2070.

Ricordo che in base al decreto legislativo 509/1994 in caso di disavanzo economico-finanziario, rilevato dai rendiconti annuali e confermato anche dal bilancio tecnico di cui al comma 2, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri di cui all’art. 3, comma 1, si provvede alla nomina di un commissario straordinario, il quale adotta i provvedimenti necessari per il riequilibrio della gestione. Sino al ristabilimento dell’equilibrio finanziario sono sospesi tutti i poteri degli organi di amministrazione delle associazioni e delle fondazioni. Ai fini dei provvedimenti di cui ai periodi precedenti la Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale segnala ai Ministeri vigilanti le situazioni di disavanzo economico-finanziario di cui è venuta a conoscenza nell’esercizio delle proprie funzioni di controllo dei bilanci di tali enti ai sensi dell’articolo 56 della legge 9 marzo 1989, n. 88. In caso di persistenza dello stato di disavanzo economico e finanziario dopo tre anni dalla nomina del commissario, ed accertata l’impossibilità da parte dello stesso di poter provvedere al riequilibrio finanziario dell’associazione o della fondazione, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri di cui all’art. 3, comma 1, è nominato un commissario liquidatore al quale sono attribuiti i poteri previsti dalle vigenti norme in materia di liquidazione coatta, in quanto applicabili.

È quindi indifferibile una riforma strutturale in grado di garantire la sostenibilità di lungo periodo, diversamente quale garanzia potrà essere data ai nuovi iscritti?

Ricordo che il patrimonio è l’unica garanzia possibile essendo vietati per legge gli aiuti di Stato anche se la vicenda di INPGI1, fatta confluire in INPS per evitare il default. ha aperto una strada verso Pantalone ma, diciamola tutta, i giornalisti hanno un potere contrattuale che gli avvocati si sognano!

Sarebbe poi essenziale che la classe dirigente e i Vigilanti si rendessero conto della situazione non certo esaltante per adottare ora, non domani, tutte le misure atte a raddrizzare le curve molto pericolose evidenziate nel BT 2020 e sarebbe anche interessante sapere il perché di una sbandata cosi pericolosa rispetto ai BT precedenti!

da Diritto e Giustizia

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