L’equivoco dei pensionati “d’oro” alla ricerca di un nuovo incarico
Ho scritto e spiegato. Non sarebbe, pertanto, necessario tornare sull’argomento. Ma siccome la disinformazione dilaga è bene chiarire ulteriormente perché le posizioni in campo siano chiare.

Cominciamo dal titolo del Corriere della Sera di un pezzo a firma di Monica Guerzoni, una brava giornalista, che equivoca sul punto: “Cdm, salta la norma per “riassumere” i pensionati d’oro nella pubblica amministrazione”. Due gli errori. La norma proposta non prevede di “riassumere” nessuno, perché la rimozione del divieto della “legge Madia” avrebbe consentito al Governo, se ne avesse avuto l’interesse, di conferire incarichi di diretta collaborazione, a tempo, a magistrati ed alti dirigenti in pensione per avvalersi della loro professionalità ed esperienza. Si riferisce che sarebbe “Ingiusto nei confronti di tanti che hanno le carte in regola per ruoli di vertice nella macchina pubblica”. Un Capo di gabinetto è incaricato intuitu personae per svolgere un ruolo fiduciario, come spiega il latino. Non è un posto di carriera.
Oltretutto, considerato che alcuni politici, cioè gli appartenenti ad un corpo di privilegiati, hanno l’ossessione delle “pensioni d’oro”, che corrispondono a “contributi d’oro” (basta informarsi), va ricordato che con il tetto delle retribuzioni coloro che, essendo pensionati, fossero incaricati lo farebbero nella maggior parte dei casi gratis o quasi.
La Presidente Meloni avrebbe detto, rivolgendosi ai ministri favorevoli alla soppressione del divieto: “Comprendo che alcuni di voi vorrebbero trattenere in servizio persone di grande esperienza con le quali hanno costruito un rapporto di fiducia, ma gli italiani non capirebbero”. E avrebbe aggiunto: “Sarebbe ingiusto nei confronti di tanti laureati che hanno studiato e hanno le carte in regola per ricoprire incarichi di vertice nella macchina pubblica”. Il che farebbe il paio con il “largo ai giovani” attribuito al Sottosegretario Mantovano.
Sono certo della buona fede, ma non è così. Parliamo di incarichi fiduciari non di posti di carriera. Comunque ho già spiegato che togliere il divieto non avrebbe comportato né “riassunzioni”, perché questo non è il caso, né il dilagare dei pensionati. In passato si contavano sulle punta delle dita di una mano e mai si è arrivati a cinque. Dunque è un falso problema che dimostra la scarsa conoscenza dei meccanismi e soprattutto le ragioni che hanno portato al divieto nel 2014, quando Matteo Renzi ha voluto tagliare i ponti con la generazione dei consulenti ministeriali, prevalentemente “di destra”. E il governo “di destra” che fa? Prende la foto dei collaboratori dei precedenti governi e li conferma. Una furbizia, non c’è dubbio. Per pararsi a sinistra, secondo un’antica abitudine suicida.
Naturalmente ribadisco che non viene meno la mia simpatia e la mia stima nei confronti della Presidente Meloni. Ma la mia regola si ispira ad un antico adagio che ricorda Platone nel Libro X della Repubblica: Amicus Plato, sed magis amica Veritas.
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