Legittimo lo sciopero ma la riforma dell’ordinamento giudiziario compete solo al Parlamento e direttamente ai cittadini attraverso i Referendum
Ocf. Lo sciopero è uno strumento di azione politica previsto dalla Costituzione, per cui è del tutto legittimo il suo utilizzo in ambito di politica giudiziaria. Questo vale anche per la proclamazione dello sciopero appena deliberata dall’Anm.
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Ne è ben consapevole l’Organismo Congressuale Forense – OCF (organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura italiana) che, analogamente, in rappresentanza dell’avvocatura, è organo deputato a deliberare l’astensione dalle udienze, com’è accaduto in passato e come potrà accadere in futuro.
Tuttavia, l’attuale protesta della magistratura impone una riflessione in più.
Per Vinicio Nardo, componente dell’Ufficio di Coordinamento di Ocf: «L’iniziativa non è di marca sindacale, volta a regolare i rapporti dei magistrati con lo Stato datore di lavoro, ma mira ad influenzare la funzione legislativa in atto da parte di una rappresentanza che ripetutamente ha sostenuto la necessità di una “autoriforma”, evidentemente considerando l’ordinamento giudiziario materia non interamente assegnata alla competenza del Parlamento».
I magistrati hanno piena libertà di pensiero come tutti, e siamo i primi a difenderla; la questione si complica nel momento in cui la loro associazione di categoria pretende con lo sciopero di sostituire le proprie scelte di opportunità a quelle che la Costituzione riserva al Parlamento. Non si tratta solo di espressione del libero pensiero di una somma di singoli magistrati,ma anche dello sconfinamento di un Ordine dello Stato nelle prerogative di un Potere dello Stato che (a differenza dell’Anm) ne assume la responsabilità politica.
Venendo al merito della protesta, così Sergio Paparo, Coordinatore Ocf: «L’avvocatura nutre ampie riserve sulla riforma dell’ordinamento giudiziario in corso di approvazione, ma apprezza lo sforzo della politica di riappropriarsi in pieno della prerogativa legislativa e riconosce alcuni tratti positivi. Il percorso legislativo, pertanto, dovrà proseguire affrontando gli aspetti ignorati e quelli traditi dalla presente riforma. Per questo confidiamo nella funzione di stimolo del legislatore che potrà derivare dalla vittoria dei SI ai referendum sulla giustizia del 12 giungo prossimo. A tal fine, rivolgiamo un appello affinché cada il muro di silenzio che avvolge l’appuntamento referendario e tradisce il dovere di informazione della collettività».
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