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L’assistenza agli studi boutique

Cassa Forense l’11 settembre 2023, ha pubblicato i bandi n. 8 e 9 per l’assegnazione di contributi ai fini dell’organizzazione degli studi legali, persone fisiche e persone giuridiche

L’assistenza agli studi boutique

Si tratta di un contributo, pari al 50% della spesa complessiva, al netto dell’Iva, sostenuta nel periodo dal 01.09.2023 al 30.11.2023, che non potrà essere inferiore ad € 750,00 e superiore ad € 5.000,00, per spese di implementazione dell’organizzazione dello studio legale relative alla certificazione, sotto accreditamento, di cui alla norma tecnica Uni 11871 o adozione di software per procedere con la certificazione Uni 11871 o corsi di formazione Uni 11871.

La prassi di riferimento Uni è stata presentata per iniziativa di Asla, l’Associazione italiana degli Studi Legali Associati; si tratta del regolamento e dei criteri secondo i quali gli organismi di certificazione verificano se gli studi legali rispondono positivamente ad una serie di criteri organizzativi quali, ad esempio, la definizione di ruoli interni, la gestione dei rischi, la programmazione degli obiettivi, la sostenibilità, l’inclusione nel lavoro e la tutela delle diversità, stabiliti dalla norma Uni.

Mi risulta che l’apposita Commissione di Cassa Forense aveva chiesto un budget di 1,5 milioni di euro che è stato però ridotto ad € 200.000,00 per gli studi privati ed € 300.000,00 per l’organizzazione degli studi legali per persone giuridiche.

Tenuto conto del numero degli avvocati e dei tanti studi legali unipersonali il budget mi sembra davvero insufficiente e utile solo ad assistere i grandi studi internazionali (law firm ) e gli studi boutique.

I requisiti di partecipazione, sia per le persone fisiche che per le persone giuridiche, sono quelli di essere in regola, alla data di pubblicazione del bando, con le prescritte comunicazioni reddituali alla Cassa (Modello 5) per l’intero periodo di iscrizione alla Cassa, comunque, da data non antecedente al 1975 e per i pensionati dall’anno successivo al pensionamento e di non aver beneficiato di rimborso, totale o parziale, per le medesime causali da parte di altri enti.

I contributi sono erogati, invece, fino a esaurimento dello stanziamento previsto dal bando (€ 200.000,00 per le persone fisiche ), secondo una graduatoria inversamente proporzionale all’ammontare del reddito netto professionale del richiedente, relativo all’anno 2022, con priorità nella graduatoria ai richiedenti in regola con il pagamento integrale di tutti i contributi mentre, per gli studi associati, i contributi sono erogati, fino ad esaurimento dell’importo complessivo previsto dal bando (€ 300.000,00), secondo la priorità cronologica di presentazione della domanda.

Mi pare che vi sia una inammissibile diversità di trattamento nella graduatoria tra le persone fisiche e le persone giuridiche.

Questi bandi, a mio giudizio, non hanno nulla di assistenziale ma sono soltanto un aiutino a chi vuole dotarsi della certificazione Uni 11871 e cioè agli studi boutique e con questo modo di procedere, utilizzando però le risorse di tutti gli iscritti, poveri e ricchi, non si fa altro che accentuare la divaricazione tra i pochi ricchi e i moltissimi poveri.

L’art. 2 dello Statuto richiama la legge e i regolamenti.

Art. 14 lett. a7 del regolamento assistenza?

Immagino la reazione del management: cerchiamo di invogliare la certificazione di qualità.

Vero ma CF sa bene che più della metà degli studi legali si dibatte in enormi difficoltà di sopravvivenza e quindi la qualità resta un miraggio!

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