La propaganda e la lettura dei numeri
Dopo la pubblicazione Istat su occupati e disoccupati si scatena la propaganda.
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“Secondo l’ultima rilevazione Istat, anche a luglio arrivano segnali positivi dal mondo del lavoro: il tasso di occupazione sale al 62,8% e quello di disoccupazione scende al 6%. Rispetto a luglio 2024 si registrano 218mila occupati in più con una crescita trainata soprattutto dai contratti a tempo indeterminato”. “Numeri incoraggianti, che confermano l’efficacia delle misure messe in campo e ci spingono a proseguire con determinazione su questa strada: più opportunità, più lavoro, più crescita per l’Italia”.
Tutto vero ma andrebbe detto, per completezza che gli occupati invece diminuiscono tra le donne e gli autonomi.
Andrebbe detto altresì che il Pil trimestrale è negativo -0,1% e che i prezzi al consumo certificano un + 1,6%.
I dati negativi per l’economia italiana includono la debolezza dei consumi e degli investimenti, la crisi del settore manifatturiero e dell’auto, un calo della produttività rispetto ai salari e un alto costo del lavoro che pesa sulla competitività. Altri fattori negativi sono la carenza di manodopera qualificata per il ricambio generazionale, l’emigrazione di giovani talenti e l’aumento della spesa pubblica per pensioni e sanità, che grava sui conti pubblici.
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