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Il blending dell’avvocatura

Nell’avvocatura italiana il blending si è rivelato una miscelazione mal riuscita

Il blending dell’avvocatura

Il blending è un’arte educativa, pensiamo all’olio, dove il blending è una combinazione di olive di provenienze e sfumature diverse unite per creare un nuovo e diverso profilo di flavour e gusto.

Per altro verso il blending, come raccolta di fondi pubblici e privati, è incoraggiato anche dalle istituzioni europee si veda, ad esempio, EU Platform for Blending in External Cooperation.

Nell’avvocatura italiana il blending si è rivelato una miscelazione mal riuscita e vediamo il perché.

Sulla rivista La previdenza forense n. 1, gennaio – aprile 2020, che pochi aprono dal cellophane, a pagina 20 e seguenti, si trovano i numeri dell’avvocatura italiana.

La popolazione degli avvocati residenti in Italia al 1° gennaio 2020 è salita a oltre 245.000 professionisti, circa 2.000 in più rispetto all’anno precedente, con un aumento dell’8 per mille sul saldo tra nuove iscrizioni e cancellazioni dagli ordini professionali.

Il tetto pensionabile è pari 98.050,00 euro l’anno. Ebbene degli oltre 245 mila avvocati solo 17.634 dichiarano un reddito superiore al tetto pensionabile con una percentuale sul totale del 7,7.

Negli ultimi decenni abbiamo assistito al fenomeno della massificazione dell’avvocatura italiana.

Con il termine massificazione si indica un fenomeno sociale e politico, tipico della contemporaneità, caratterizzato dall’annullamento dell’individuo e della sua singolarità, nella totalità della massa come aggregato variegato e informe.

Il termine massa, nel linguaggio politico dell’800, è esattamente l’opposto di élite o gruppo scelto, indica i più mediocri rispetto ai pochi e migliori.

La massa quindi è tutto ciò che è dequalificato e si contrappone a una minoranza che occupa specifiche, determinate e qualificate funzioni all’interno della società.

Se l’élite ha portato l’avvocatura italiana all’attuale degrado, tanto élite non è e, in ogni caso, ha dimostrato totale carenza di lungimiranza.

Credo sia indispensabile indire al più presto un congresso straordinario dell’avvocatura italiana per cominciare a invertire quel processo di massificazione che ci ha portato nel degrado più allarmante.

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