Anno: XXV - Numero 76    
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Basta bandiere sdrucite davanti alle scuoe

Ministro Valditara faccia ammainare quelle bandiere sporche e sdrucite all’ingresso delle scuole

Basta bandiere sdrucite davanti alle scuoe

Ritengo assolutamente intollerabile e fortemente diseducativo che laddove si formano i giovani italiani, e gli stranieri che dovremmo integrare, che i dirigenti scolastici, quelli che un tempo chiamavamo con rispetto Presidi, trascurino l’esposizione delle bandiere secondo le norme legislative e regolamentari, che lo Stato si è date.

E Le chiedo, Signor Ministro, conoscendo il senso dello Stato e la profonda cultura giuridica che caratterizza la Sua esperienza professionale e universitaria, se non La indigna il disprezzo recato alla bandiera sulla soglia di un istituto scolastico nel quale si formano i giovani italiani al senso dell’appartenenza alla comunità nazionale, prima che alla preparazione nelle materie d’insegnamento.

E mi chiedo, quando ricorre sui giornali e nelle Sue parole la ferma condanna del mancato rispetto dei docenti, fino all’insulto ed alla aggressione fisica, se a questa condizione di degrado morale non contribuisca anche l’indifferenza per il vessillo della Patria, quella bandiera della quale le autorità, ed in primo luogo il Capo dello Stato, ricordano annualmente la prima volta che ha sventolato nei cieli d’Italia per poi guidare i combattenti delle guerre d’indipendenza, della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, quel vessillo per il quale sono morti tanti appartenenti alle nostre famiglie.

Quel vessillo va esposto sulla base di alcune regole, che io ho ricordato più volte, dall’alba al tramonto e, per le scuole, quando si tengono lezioni o esami. Invece, sta lì, abbandonato, giorno e notte, con il sole e con la pioggia finché quel tessuto non diventa sempre più sporco e i colori irriconoscibili. È un autentico vilipendio alla bandiera del quale è responsabile l’autorità scolastica. E, mi consenta, Signor Ministro, anche chi non vigila e non reprime abusi e trascuratezze.

È veramente deprimente che solo in Italia la bandiera nazionale riceva questo trattamento. Chiunque si è recato all’estero, in Europa o altrove, avrà visto sugli edifici pubblici bandiere pulite, di tintoria si potrebbe dire. Di ritorno da un recente viaggio ho visto sventolare il tricolore francese, le bandiere del Regno di Spagna e del Regno Unito, per non dire della Grecia dove le bandiere ornano non solo gli edifici pubblici ma molte abitazioni private e gli edifici di culto.

Va avanti da troppo tempo questo disprezzo per la bandiera nelle scuole. L’avevo segnalato anni addietro all’onorevole Giorgia Meloni la quale mi aveva detto che avrebbe sollecitato i giovani di Fratelli d’Italia perché si facessero parte diligente nei confronti dei responsabili delle istituzioni scolastiche, magari offrendo la bandiera. Costa pochi euro, chiunque si può permettere di comprare un tricolore. Non dubito che l’abbia fatto, ma constato che le conseguenze non ci sono state.

Torno, dunque, a segnalare a Lei, Signor Ministro dell’istruzione e del merito questo fatto che è significativo di un atteggiamento, perché più delle parole a volte parlano i gesti, le immagini, come abbiamo constatato qualche mese fa, in occasione dei funerali della Regina Elisabetta, con le città inglesi ornate di migliaia di bandiere con la croce di San Giorgio e, di recente, durante i funerali del re Costantino II di Grecia, quando la folla che ha seguito le esequie innalzava la bandiera blu e bianca del Paese dove è nata la democrazia.

Le faccia ammainare quelle bandiere. Perché, finiti gli esami, è passato il tempo della loro esposizione. E disponga che, alla ripresa, le bandiere tornino a sventolare sui nostri istituti scolastici come si deve. E disponga che i docenti parlino ai giovani di quella bandiera “dai tre colori che è sempre stata la più bella”, come recitava un’antica canzone, una bandiera che incarna la nostra storia, che non è solamente da issare nelle competizioni sportive. È senza enfasi la bandiera della Patria, come tutte le bandiere degli stati.

 

 

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