Tasse sulla casa, guida alle imposte da pagare
Dalla vendita all’affitto e le donazioni.
Imposta di registro, imposta catastale, Iva, cedolare secca, Imu, Tari, imposta sostitutiva sulle plusvalenze in caso di vendita. Sulla scia della rimodulazione delle rendite catastali, annunciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il Codacons ha stilato il “lungo elenco di tasse e imposte” che gravano su chi possiede o su chi vuole acquistare una casa. Ecco quali sono e a quanto ammontano
Tasse sulla prima e sulla seconda casa, su vendita e affitto: la guida
- Tari, imposta di registro, imposta catastale, Iva, cedolare secca, Imu. È il “lungo elenco di tasse e imposte” che gravano sui proprietari (e gli acquirenti) di casa, definito dal Codacons “una vera e propria giungla che ora rischia di diventare sempre più pesante”. L’associazione a tutela dei consumatori ha stilato la lista delle imposizioni fiscali a carico di chi possiede una casa dopo che le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sulla rimodulazione delle rendite catastali hanno aperto la possibilità a un nuovo aggravio. Ma come funzionano le tasse sulla casa?
Aggiornare la rendita catastale
- Ma cosa significa aggiornare la rendita catastale? Gli immobili sono suddivisi in gruppi, categorie e classi. Le abitazioni appartengono al gruppo A e vengono suddivise in 10 categorie, dove sono presenti una o più classi. Lo scopo dell’identificazione della rendita catastale è stabilire il valore di locazione di un immobile: è possibile, quindi, che il Fisco proceda a un innalzamento della classe per quegli immobili che hanno usufruito dei bonus edilizi, come il Superbonus, o che non sono proprio registrati al catasto, cioè gli immobili fantasma. Questo, ovviamente, comporterà un aumento della rendita.
Le imposte all’acquisto se si compra casa da un privato
- Già al momento della compravendita arrivano le prime tasse. Sono l’imposta di registro, l’Iva, l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale. Nel caso in cui si sia comprata una casa da un privato (o da un’azienda che vende in esenzione Iva) bisognerà versare un’imposta di registro del 2% (per un importo minimo di mille euro) per la prima casa, del 9% sulla seconda casa, parametrata sul valore catastale dell’immobile. Più contenute, entrambe di 50 euro, sono l’imposta ipotecaria e quella catastale
Le imposte all’acquisto se si compra casa da un costruttore
- Se invece si compra casa da un costruttore, chi acquista l’immobile è tenuto a pagare l’Iva al 4% in caso di prima casa (10% sulla seconda casa, 22% su immobili di lusso), imposta di registro, ipotecaria e catastale, del valore fisso di 200 euro l’una. Alla cifra totale vanno sempre aggiunte le spese notarili
Le tasse sugli immobili donati o in eredità
- Ci sono poi le tasse sugli immobili donati o in eredità, anche se su queste in alcuni casi sono previste franchigie. Nello specifico: nei trasferimenti per donazione o successione sono dovute le imposte indirette, cioè l’imposta di successione e di donazione. L’ultima varia a seconda del rapporto di parentela o di coniugio tra il disponente e i beneficiari: si va dal 4% (applicato per i parenti in linea diretta o i coniugi per il valore che eccede 1 milione di euro) fino all’8% (senza franchigia) per tutti gli altri soggetti. Non solo: andranno versate anche l’imposta ipotecaria del 2% sul valore dell’immobile e l’imposta catastale dell’1% sul valore dell’immobile (in misura fissa di 200 euro per entrambe le imposte nel caso in cui l’immobile donato diventi prima casa)
Le tasse sulle plusvalenze dei guadagni per le vendite
- Anche chi decide di vendere un immobile potrebbe avere davanti la prospettiva di un nuovo versamento di tasse: su queste operazioni si applica la tassa sulle plusvalenze. Quando si rivende una proprietà immobiliare entro 5 anni dal suo acquisto, il guadagno derivante dalla vendita (appunto la plusvalenza) è soggetta a imposta sostitutiva del 26%
Le tasse sugli affitti – l’Irpef
- Poi c’è tutto il capitolo affitti. Su questi si pagano infatti l’Irpef o la cedolare secca, oltre al bollo e all’imposta di registro. Nel caso in cui vada versato l’Irpef, i redditi legati all’immobile si vanno a cumulare con tutti gli altri redditi del proprietario e sono quindi tassati secondo le aliquote previste
Le tasse sugli affitti – la cedolare secca, bollo e registro
- Per la cedolare secca è invece prevista un’aliquota di tassazione del 21% del canone di affitto, che può scendere fino al 10% nel caso dei contratti a canone concordato. Sono previste anche l’imposta di bollo (16 euro per ogni 100 righe e per ogni eventuale foglio allegato) e l’imposta di registro pari al 2% del canone annuo, con un minimo di 67 euro (per i contratti a canone concordato il 2% sul 70% del canone annuo)
L’Imu
- Tra le tasse sulla casa più criticate c’è l’Imu, che però si paga solo sulle seconde case e sulle prime considerate di lusso. Il valore dell’imposta dipende dalla rendita catastale, che è proprio il punto su cui si è sollevata la polemica di questi giorni, e dalle aliquote fissate dai Comuni
L’evasione fiscale sull’Imu
- Da sottolineare come dal mancato versamento dell’Imu lo Stato perde ogni anno circa 5 miliardi di euro, secondo quanto contenuto nella più recente relazione sull’economia non osservata del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ma il problema è più ampio e strutturale: tutti gli immobili cosiddetti fantasma, cioè che non risultano al catasto e su cui i proprietari non pagano le tasse, hanno un valore di 494 miliardi di euro
La Tari
- Completa il quadro delle tasse sulla casa la Tari, quella sui rifiuti. Viene calcolata con una quota fissa determinata sulla base della superficie dell’immobile ed una quota variabile in base al numero degli occupanti l’abitazione
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