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Studi professionali: apertura anche in Lombardia

Per gli studi professionali prevale l'indicazione dello Stato nella contrapposizione tra Dpcm e ordinanza regionale. Intanto firmato l'accordo per la Cassa in deroga senza accordo sindacale

Studi professionali: apertura anche in Lombardia

Studi professionali lombardi nella morsa tra indicazioni normative diverse: per il Governo possono restare aperti, mentre per i presidenti delle giunte di Lombardia e Piemonte dovrebbero chiudere da oggi. Sul tema della contrapposizione normativa vedi anche l’approfondimento ” Decretazione d’urgenza e costituzione ” in cui si ricorda che  “Il Decreto del presidente del consiglio è un atto amministrativo che non ha forza di legge e che, come i decreti ministeriali, ha il carattere di fonte normativa secondaria…” Il Governatore della Lombardia Fontana ha chiesto direttamente al Ministro dell’interno Lamorgese  quale provvedimento  abbia prevalenza  ma nell’attesa della risposta,  l’opinione prevalente degli esperti e dei rappresentanti di categoria è che gli studi non possono chiudere . Si sono espressi infatti in questo senso:

il presidente dell’Ordine nazionale, Massimo Miani, che ha sottolineato che quello dei commercialisti” è un servizio essenziale”.

Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine milanese la quale ha ricordato che “c’è una serie di scadenze da rispettare, attività che vanno portate avanti e svolte in studio».

Sulla stessa linea il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, secondo cui gli studi professionali continueranno a operare per garantire ai cittadini assistenza durante l’emergenza, in sintonia con il Dpcm del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

I quattro principali Ordini degli avvocati italiani ovvero  Roma, Milano, Napoli e Palermo, intanto  hanno scritto una lettera al Governo, con richieste  di chiarimenti.

Dal punto di vista della  dottrina  in generale si puo affermare che  in forza del criterio gerarchico, la normativa governativa prevale , in caso di contrasto, con quanto previsto da un’ordinanza di un presidente di Regione, questo per assicurare  una  uniformità minima nella protezione dei diritti e delle libertà dei cittadini di tutto il territorio nazionale.

Intanto proprio  per Regione  Lombardia il 23 marzo 2020 è stato sottoscritto il nuovo accordo quadro  che disciplina l’accesso agli ammortizzatori sociali in deroga anche per gli studi professionali e all’indennità per i lavoratori autonomi,  per cui gli Studi professionali fino a 5 dipendenti non dovranno più richiedere la consultazione sindacale né sottoscrivere alcun accordo per accedere alla cassa in deroga. Eventuali richieste di consultazione già inviate non obbligheranno alla sottoscrizione di accordo.

Gli Studi professionali con più di 5 dipendenti invece  dovranno accedere prima al FIS (Fondo di integrazione salariale) e utilizzare l’assegno ordinario previsto dall’articolo 19 commi 1 e 5 del D.L. 18/2020. In questo caso gli Studi dovranno avviare una consultazione sindacale direttamente con i sindacati territoriali competenti (non si dovrà pertanto utilizzare la pec nordovest@pec.confroprofessioni.eu)

La domanda per ottenere la CIGD dovrà essere presentata a Regione Lombardia sul portale telematico https://gefo.servizirl.it/ direttamente dal datore di lavoro o per il tramite dell’associazione di categoria ovvero tramite il professionista delegato all’amministrazione del personale dello Studio. Per le domande bisogna pero attendere  un provvedimento dirigenziale da parte della Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia in fase di predisposizione.

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